(ANSA) - PECHINO, 17 AGO - La massiccia flotta di pescherecci
cinesi ha "significativamente" sfruttato ogni oltre possibile
limite le risorse marine, tanto che intere aree, ad esempio nel
mar Cinese orientale, sono ormai "morte e prive di pesce".
L'allarme non nasce da organismi internazionali, ma dallo
stesso ministero dell'Agricoltura di Pechino, che sta spingendo
per l'adozione immediata di interventi sia sulla riduzione delle
quote di pesca sia del numero di pescherecci, fino a ipotizzare
nuovi piani di moratoria totale per il ripopolamento dei mari.
In un lungo servizio dedicato al tema, China National Radio
ha riferito che la situazione nel mar Giallo e nel mare di Bohai
non è migliore, a fronte di scenari meno gravi nel mar Cinese
meridionale.
Malgrado gli sforzi di regolamentazione, il pescato annuo si
è attestato negli ultimi anni a quota 13 milioni di tonnellate
contro volumi permessi di 8-9 milioni, scontando le attività
illegali, di frodo e di un'enorme flotta che, secondo
fishfirst.cn, contava a fine 2014 1,06 milioni di pescherecci.
Anche lo Yangtze, che vale il 60% del pescato di acque dolci,
è in condizioni critiche: il ministero ha detto che i permessi
riguardano 100.000 tonnellate per anno, meno di un quarto di
quanto accadeva nel 1954. Il fiume è un esempio di biodiversità
unico del suo genere, grazie alle 370 specie diverse di pesce di
cui 170 uniche dello Yangtze. Oltre alla pesca eccessiva, anche
l'inquinamento è un fattore di grande rischio.
I ricercatori della Chinese Academy of Sciences hanno chiesto
il bando totale della pesca per 10 anni per rianimare lo
Yangtze, invece di un blocco momentaneo, anche se esteso a
quattro mesi nel 2016 dal ministero dell'Agricoltura. La Cina ha
imposto dal 1995 un fermo annuale nel periodo estivo nel mar
Giallo e nel mar Cinese orientale, e in seguito nel mar Cinese
meridionale.
Il fenomeno dello sfruttamento eccessivo delle risorse
ittiche nelle acque costiere ha portato i pescherecci a
spingersi sempre più lontano, causando incidenti con i Paesi
vicini, tra cui Malesia, Vietnam, Filippine, Indonesia, Giappone
e Corea del Sud. In quest'ultimo paese c'è stata di recente una
maxi operazione di "sgombero" nel mar Giallo davanti alla foce
del fiume Han da parte del Comando Onu, per liberare una vasta
area off-limits e neutrale secondo l'armistizio della Guerra di
Corea del 1950-53. (ANSA).
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Pesca selvaggia, "morte" aree in mar Cinese orientale
Ministero Agricoltura lavora a piano straordinario di moratoria