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Diabete, la dieta mediterranea è protettiva per i reni

Studio indaga i meccanismi molecolari alla base

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 21 FEB - Oltre a prevenire problemi cardiovascolari, rafforzare il sistema immunitario ed evitare lo stress ossidativo, la dieta mediterranea può anche aiutare a rallentare il danno ai reni nelle persone con diabete di tipo 2.
    E' quanto emerge da uno studio dell'Università di Cordoba e dall'Istituto Maimonides per la ricerca biomedica, pubblicata su Diabetes & Metabolism.
    La ricerca è riuscita a svelare uno dei motivi di questo rapporto tra la dieta mediterranea e il miglioramento della funzionalità renale, in particolare uno dei meccanismi molecolari attraverso cui avviene questo fenomeno.
    La chiave risiede in composti chiamati prodotti finali della glicazione avanzata, meglio conosciuti come Age, molecole con capacità infiammatoria e ossidante. Possono essere prodotti naturalmente nel corpo umano e anche ingeriti, a seconda della dieta. Anche se di solito vengono eliminati attraverso l'urina, i pazienti diabetici con problemi renali (una delle complicazioni più ricorrenti) hanno più difficoltà ad eliminarli, per cui i livelli di questi prodotti nel loro corpo sono generalmente più elevati. Lo studio ha analizzato i livelli di questi composti nocivi in più di 500 diabetici, confrontando, per un periodo di cinque anni, gli effetti sull'organismo di due tipi di diete sane: quella mediterranea dieta e un'altra dieta a basso contenuto di grassi più ricca di carboidrati.
    Secondo i risultati, i pazienti che in quegli anni avevano seguito la dieta mediterranea avevano livelli più bassi di questi composti nocivi nel sangue.
    "Abbiamo potuto verificare - specifica Francisco Miguel Gutiérrez, uno degli autori dello studio - che questa dieta attiva meglio il processo di disintossicazione, cioè il meccanismo attraverso il quale l'organismo elimina queste sostanze nocive". Ci sono molteplici ragioni per cui questa dieta è benefica per la salute. Oltre alla capacità antiossidante dell'olio extra vergine di oliva, studi precedenti hanno dimostrato come anche le modalità di cottura delicate che ne prevedono l'utilizzo svolgano un ruolo importante. (ANSA).
   

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