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Per gli adolescenti poca lettura, sport e prevenzione

Ma cala il consumo di alcol, si inizia a bere più tardi

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 4 DIC - Poca lettura, sport, prevenzione per la salute, e visite dal medico solo quando c'è un problema: questo il quadro che emerge sulla vita degli adolescenti italiani dall'indagine 'Adolescenti e Stili di Vita', realizzata da Laboratorio Adolescenza e Istituto di Ricerca Iard e presentata oggi a Milano. L'unica buona notizia è che è in calo il consumo di alcol e si inizia a bere più tardi.

La ricerca, svolta con l'Associazione Culturale Pediatri e l'Osservatorio Permanente Giovani ed Alcol, è stata condotta tra il 2018 e 2019 su oltre 2000 studenti di terza media. Come già si evidenzia da anni, l'amore per la lettura è in calo: il 34% dei maschi non legge alcun libro (non scolastico) ed un ulteriore 38% ne legge al massimo 1 o 2 l'anno. Le cose vanno un po' meglio tra le ragazze, dove c'è un 18% che riferisce di leggere più di 6 libri all'anno. Cala anche il numero degli sportivi: il 25% non pratica alcuna attività sportiva oltre le due ore settimanali a scuola (era il 20% nel 2017). Qui il dato sulle ragazze è peggiore: il 30% non pratica attività sportiva.

La scusa più gettonata è 'non ho tempo', ma per il 4% dei maschi e il 7% delle femmine dipende da problemi economici. Circa la salute, l'indagine ha rilevato come la maggioranza (54%) vada dal medico solo quando emerge un problema di salute specifico e non per controlli periodici. Solo il 58% ha fatto il richiamo del vaccino contro il tetano e il 30% delle femmine non ha fatto la vaccinazione contro il papilloma virus. L'unica buona notizia riguarda il consumo di alcol. Infatti aumenta l'età del primo bicchiere (spesso preso in famiglia), cresce la percentuale di chi non l'ha mai assaggiato e diminuisce la frequenza del consumo abituale. Non bisogna però abbassare la guardia: pur se leggermente ridotto il numero di chi si è ubriacato più volte (6,3% nel 2019 contro il 7,1% del 2017), aumenta, specie tra le femmine, l'esperienza singola di ubriacatura (16% contro il 13,7% del 2017).

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