(ANSA) - ROMA, 14 GEN - Gli impianti di dissalazione nel
mondo hanno la capacità di produrre 95 milioni di metri cubici
di acqua dolce al giorno, pari al 40% del flusso delle cascate
del Niagara. Ogni litro prodotto, tuttavia, genera un litro e
mezzo di acqua ipersalata, che contiene sostanze chimiche
tossiche. Questa "salamoia tossica" viene reimmessa negli
oceani, mettendo a rischio gli ecosistemi marini. A lanciare
l'allarme è l'Istituto per l'acqua, l'ambiente e la salute
dell'università delle Nazioni Unite.
Nel mondo esistono ad oggi 16mila dissalatori, concentrati in
Medio Oriente e Nord Africa, che rispondono alla crescente
domanda d'acqua potabile a producono uno scarto considerevole:
142 milioni di metri cubici di salamoia al giorno, il 50% in più
rispetto a quanto stimato in precedenza. Si tratta di 51,8
miliardi di metri cubici d'acqua iper-salata all'anno,
abbastanza per mettere l'Italia intera sotto 17 centimetri di
salamoia.
Queste acque di scarto, spiegano gli esperti nello studio
pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment,
vengono spesso rigettate negli oceani dove minacciano gli
ecosistemi, sia perché aumentano la salinità, sia perché
contengono sostanze chimiche tossiche provenienti dagli
antivegetativi e dagli antincrostanti usati negli impianti di
dissalazione.
Tuttavia "questo problema ambientale può essere trasformato
in una risorsa economica", evidenziano i ricercatori. L'acqua di
scarto può infatti essere usata in acquacoltura, per irrigare le
specie tolleranti al sale, per generare elettricità e per
recuperare il sale e i metalli contenuti nella salamoia, tra cui
magnesio, cloruro di sodio, calcio, potassio, cloro, bromo e
litio.(ANSA).
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Onu, in aumento la 'salamoia tossica' frutto dei dissalatori
Ogni litro d'acqua dolce prodotto crea 1,5 litri di iper-salata