(ANSA) - ROMA, 22 NOV - Le bibite zuccherate (da aranciate a
succhi di frutta) come pure altri alimenti scarsamente nutrienti
ma pieni di zucchero e quindi molto calorici (dolci, cibo
confezionato, snack etc) rappresentano un'elevata fonte di
rischio di diabete. Al contrario altri cibi come la frutta o le
spremute (senza zuccheri aggiunti), pur contenendo zucchero
(fruttosio) non aumentano il rischio di diabete. Lo rivela la
revisione di dati relativi a 155 studi già pubblicati
sull'argomento, resa nota sul British Medical Journal.
"Si tratta di un lavoro estremamente interessante ed
istruttivo - afferma Francesco Purrello, presidente della
Società Italiana di Diabetologia e ordinario di Medicina Interna
all'Università di Catania - con ricadute anche su un dibattito
attualmente in corso nel nostro paese, in merito alla "sugar
tax", misura che tende ad incoraggiare l'industria a produrre
prodotti con sempre minore quantità di zuccheri aggiunti".
Condotta da John Sievenpiper del Clinical Nutrition and Risk
Factor Modification Centre dell'ospedale St. Michael's a
Toronto, l'analisi è stata realizzata proprio per porre fine ai
tanti dubbi in particolare intorno al fruttosio che è sì lo
zucchero naturale della frutta, ma è anche lo zucchero più
spesso aggiunto in quantità tutt'altro che moderate in tanto
cibo industriale (dai succhi di frutta ai cereali per la prima
colazione).
I ricercatori canadesi hanno tenuto conto di una serie di
parametri che si usano per stimare il rischio di diabete o il
livello di controllo della malattia laddove già presente: ad
esempio la glicemia a digiuno e l'insulina a digiuno (quanto
zucchero e quanta insulina è nel sangue dopo un periodo di
digiuno).
Ebbene è emerso che bibite e bevande come i succhi di frutta
confezionati (che hanno zuccheri aggiunti) come pure i dolci e
altro cibo industriale sono deleteri per il controllo glicemico
ed il loro consumo si collega ad aumentato rischio di diabete.
Al contrario il consumo di frutta appare protettivo contro la
malattia ed è risultato collegato a un migliore controllo
glicemico.
"L'analisi fatta dai ricercatori canadesi e pubblicata su
un'importante rivista come il British Medical Journal - continua
Purrello - dimostra che i maggiori pericoli derivano proprio da
bevande o snack in cui sono aggiunte elevate quantità di
fruttosio, anche perché questi prodotti vengono consumati per lo
più al di fuori dei pasti e dei conteggi di calorie prescritte
ai pazienti con diabete o a soggetti a rischio. Gli autori
auspicano, ed io concordo pienamente, che siano introdotte
strategie di salute pubblica atte a ridurre il consumo di
bevande zuccherate, che forniscono calorie senza alcun valore
nutrizionale".
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Rischio diabete da zuccheri in bibite, no da quelli frutta
Purrello (SID),studio con ricadute per il dibattito su sugar tax