(ANSA) - ROMA, 15 SET - Il sale consumato a tavola potrebbe
aumentare il rischio sia di diabete di tipo 2
(insulino-resistente, la forma più diffusa al mondo), sia di una
forma meno diffusa di diabete che si chiama LADA (diabete
autoimmune latente degli adulti) e somiglia per certi aspetti al
diabete giovanile (di tipo 1 o insulino-dipendente) ma colpisce
gli adulti e compare molto lentamente. Secondo uno studio
presentato al congresso dei diabetologi europei a Lisbona, il
''presunto colpevole'' è il 'sodio' contenuto nel sale che
usiamo a tavola e che è contenuto già in molti cibi; il sodio
rappresenta il 40% del peso del sale stesso. La ricerca è stata
condotta presso l'Istituto Karolinska di Stoccolma.
Il sale da cucina è il cloruro di sodio e il quantitativo in
sodio in un grammo di sale è 0,4 grammi. L'Oms raccomanda un
consumo giornaliero di sale inferiore ai 5 grammi.
Gli esperti hanno confrontato il consumo di sale di pazienti
(355 con LADA e 1136 con diabete 2) e soggetti sani di controllo
(1379) Hanno visto che chi consuma tanto sodio (2,9 grammi al dì
che corrispondono a ben 7,3 grammi di sale al giorno) ha un
rischio di ammalarsi di diabete 2 del 72% maggiore rispetto a
chi consuma poco sodio (consumo/dì inferiore a 2,3 grammi di
sodio pari a un consumo di sale inferiore a 6 grammi al giorno).
Per quanto riguarda il diabete autoimmune degli adulti (LADA)
il rischio legato al consumo di sodio è ancora più rilevante:
chi consuma tanto sodio ha un rischio triplo di ammalarsi
rispetto a chi ne consuma poco (secondo le quantità riferite
sopra).
Questi risultati hanno importanti implicazioni nella
prevenzione del diabete, specie di quello autoimmune con esordio
in età adulta. (ANSA).
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Troppo sale a tavola e cresce rischio diabete, colpa sodio
A rischio consumi di 7,3 grammi al dì o superiori