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Il menu salva-gusto vince in 9 casi su 10, anche nello spazio

In orbita anche il pasto della domenica, con il cibo funzionale

Redazione Ansa

Nel carrello della spesa, secondo una recente ricerca Nielsen, un cibo si sceglie se pratico, quando cioè ci permette di risparmiare tempo, gustoso, buono e sano. Tuttavia, secondo la stessa ricerca Nielsen, solo il 9% delle persone sono disposte a rinunciare al gusto per avere un prodotto salutista. Il piacere della tavola dunque è una priorità per la stragrande maggioranza (91%) delle persone, anche in situazioni di viaggi estremi come una traversata oceanica, la conquista di una vetta himalayana e persino una missione nello spazio.

Il primo astronauta italiano a introdurre nel menu a bordo navetta lasagne e tiramisù, come ha ricordato Stefano Polato, chef veneto e responsabile dello Space Food Lab di Argotec in una recente lezione al Master in Cultura del cibo e del vino a Ca' Foscari Challenge School a Venezia, è stato Luca Parmitano esportando a bordo della missione Volare anche riti della Dieta Mediterranea: il pasto conviviale e il pranzo della domenica, il premium food dunque a livello nutrizionale e un comfort food a livello psicologico.

Ma è con Samantha Cristoforetti che si è provato, ha detto lo chef Polato, quanto l'olio d'oliva possa ravvivare persino un'insalata disidratata, e come un menu gustoso possa anche ottimizzare il fabbisogno energetico e la digeribilità. Nei pasti quotidiani della Cristoforetti, curati dallo stesso Polato di Argotec, immancabili la frutta stabilizzata, la frutta secca e i grani come i semi di zucca, le barrette con cereali e quinoa, e l'alga spirulina. ''Nutrirsi in modo sano è roba di ragazzi'' ha detto l'astronauta Sam che per la missione Futura ha puntato con decisione sul cibo funzionale. ''A bordo si completa l'orbita terrestre ogni 90 minuti e il ciclo sonno-veglia è completamente stravolto, - ha sottolineato Polato - il cibo deve perciò essere altamente digeribile, da qui l'abbondanza di fibre e farro in ogni porzione''.

''Per pensare al cibo del futuro nella scelta degli ingredienti - ha detto lo chef - sono tornato indietro studiando le qualità del regime alimentare dei nostri nonni. Innovative invece le tecniche di conservazione ed erogazione del cibo. Nello space food indispensabile in cucina - ha precisato Polato - utilizzare anche trattamenti non termici come le alte pressioni idrostatiche, i campi elettrici pulsanti, gli ultravioletti, l'ozonizzazione, il plasma a freddo, la Co2 in fase supercritici. Hi-tech anche i trattamenti termici per preparare un pasto per astronauti, dai raggi infrarossi all'ohhico fino al microonde a ultrasuoni.

Nello spazio come a terra, nella vita di tutti i giorni, gli antiossidanti sono il futuro della dieta. Non siamo riusciti a introdurre nelle missioni spaziali il vino che è il principe degli antiossidanti per la concentrazione di resveratolo, insieme al mirtillo e il cavolo. Ma dopo oltre 30 mesi di ricerca siamo riusciti a erogare a bordo un caffè in cialda in orbita, studio che ha tre brevetti esclusivi e che ha esportato un altro must dello stile italiano a 400 km di altezza, in questa speciale tavola in microgravità''.

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