(ANSA) - ROMA, 27 APR - "Prolungare la chiusura dei
ristoranti fino al 1 giugno mette in pericolo i 320mila locali
che oggi danno lavoro a oltre 1,2 milione di persone e allo
stesso tempo il 30% del fatturato dell'agroalimentare". Lo fa
sapere il consigliere delegato di Filiera Italia Luigi
Scordamaglia, commentando i contenuti del Dpcm. Secondo Filiera
Italia "il governo analizzi nuovamente questa misura, sarebbe,
infatti, ancora possibile accelerare la ripresa della
ristorazione con le dovute misure di sicurezza. La politica ha
il dovere di farsi interprete delle esigenze del Paese". Per
Scordamaglia "occorre seguire l'esempio di altri Paesi europei
dove si sceglie se e come adattarsi alle proposte dei comitati
scientifici. Oggi, infatti, informando per tempo gestori e
lavoratori della ristorazione, nessuno esiterebbe a mettersi in
regola per tutelare economia e salute". La conferma del
prolungato stop per bar e ristoranti, aggiunge Filiera Italia,
"non significherà solo mettere a rischio il canale dei consumi
alimentari fuori casa, ma anche tutte le aziende e le filiere
che lo alimentano". Un duro colpo che già si può leggere nelle
cifre previsionali del settore, conclude il consigliere, "con un
calo del 20% per quest'anno sulle vendite e per un drammatico
effetto domino fino a -12% sull'export del 2020".
La chiusura forzata di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e
agriturismi prolungata al 1 giugno ha un effetto a valanga di 5
miliardi sull'agroalimentare per mancati acquisti in cibi e
bevande. E' quanto emerge dall'analisi della Coldiretti, nel
sottolineare comunque l'importanza della possibilità di
aggiungere la vendita per asporto, a partire dal 4 maggio, alle
consegne a domicilio. Il lungo periodo di chiusura, sottolinea
la Coldiretti, sta pesando su molte imprese, dal vino alla
birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche
su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo
fuori casa un importante mercato di sbocco. Basti pensare che la
spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni
fuori casa prima dell'emergenza coronavirus era pari al 35% del
totale dei consumi alimentari per un valore di 85 miliardi di
euro all'anno. Da quando è cominciata la pandemia in Italia,
secondo la Coldiretti, il 57% delle aziende agricole ha
registrato una diminuzione dell'attività, con un impatto che
varia da settore a settore con picchi anche del 100% come per
l'agriturismo con la chiusura delle 24mila strutture italiane.
Anticiparne l'apertura, evidenzia la Coldiretti, è una necessità
per strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e
a tavola e con ampi spazi all'aperto, forse i luoghi dove è più
facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per
difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.(ANSA).
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Coronavirus: Filiera Italia, a rischio 320mila locali
Coldiretti, stop ristoranti impatta per 5 miliardi