(ANSA) - ROMA, 10 APR - La continuità del settore
agroalimentare rischia di non essere più garantita senza
l'immediata apertura di altre filiere funzionali, come quella
delle macchine agricole industriali e della componentistica. Lo
fa sapere il consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi
Scordamaglia, in merito al prolungamento delle misure lockdown
fino al 3 maggio.
"Non possiamo non avere una data a partire dalla quale
programmare la ripresa di tutto il settore manifatturiero
italiano", spiega Scordamaglia. Analizzando l'andamento dei
contagi nelle filiere aperte, dall'agroalimentare alla
farmaceutica all'energia, Filiera Italia rileva come funzionino
le misure di protezione dei lavoratori e il protocollo
sottoscritto tra parti sociali, coniugando protezione con
produzione. "Dobbiamo fare come Germania e Francia e
riprogrammare aperture non sulla base di codici ma di capacità
di implementare trasversalmente protocolli di sicurezza". Ben
venga, quindi, per Filiera Italia il comitato misto tra
rappresentanti scientifici e della produzione per stabilire le
regole e i paletti della ripresa progressiva. "Se non si renderà
chiara la volontà di una progressiva riapertura a breve delle
attività economiche del nostro Paese - precisa Scordamaglia -
non sarà possibile convincere l'Europa a forme di
mutualizzazione del debito". E a proposito di rilancio, secondo
Filiera Italia, occorre cominciare a prevedere anche una
progressiva apertura del canale del food service fuori casa che
incide per 80 miliardi di consumi alimentari. Una soluzione
sarebbe l'apertura per l'asporto attraverso forme innovative di
drive in di ordini e asporto gestiti con apposite app. (ANSA).
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Coronavirus: Filiera Italia, cibo a rischio senza riaperture
Vitali settori del manifatturiero; ok food service con drive in