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Coronavirus: Assolatte, export formaggi italiani a rischio

Ambrosi, la Cina è il primo importatore di prodotti alimentari

Redazione Ansa

ROMA - E' difficile valutare l'impatto che avrà l'epidemia da coronavirus sull'interscambio con la Cina ma è probabile che l'emergenza rallenterà la crescita avuta negli ultimi anni, compromettendo i risultati raggiunti e vanificando investimenti milionari realizzati dalle imprese nel corso degli anni. A lanciare l'allarme è Assolatte, prevedendo pesanti conseguenze per l'economia globale, considerato che la Cina è il primo importatore di prodotti alimentari.

"Con ogni probabilità gli strascichi che questo virus si lascerà alle spalle interesseranno anche il settore lattiero-caseario, per cui la Cina ha rappresentato finora un mercato dalle grandi potenzialità", spiega il presidente Giuseppe Ambrosi, nel precisare che negli ultimi anni l'export caseario italiano in Cina è cresciuto in modo esponenziale. Secondo le elaborazioni di Assolatte, nel 2019 le vendite di formaggi e latte italiani in Cina hanno raggiunto i 25 milioni di euro, il doppio rispetto al 2015 e oltre 10 volte di più che nel 2010. Uno scenario che non fa ben sperare le aziende italiane del settore lattiero-caseario e che fa presagire un 2020 molto difficile per le esportazioni. Infatti le attuali criticità del mercato cinese, colpito dal coronavirus, si sommano alle pesanti ripercussioni causate dai dazi imposti dall'amministrazione Trump e all'avvio della Brexit, che tante incognite pone sulle vendite nel mercato britannico. E in tutto questo prosegue l'embargo in Russia, in passato altro grande e promettente mercato di sbocco dei formaggi italiani. (ANSA).

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