(ANSA) - MILANO - "I nostri bar non temono il
confronto": così la Federazione Italiana Pubblici Esercizi
(Fipe) commenta l'apertura italiana di Starbucks, grazie alla
quale "i consumatori avranno anche l'opportunità di valutare
meglio il prezzo di una tazzina di caffè al bar così da evitare
dannose e ricorrenti polemiche".
Secondo i dati forniti da Fipe, oggi sono 149.154 i bar in
attività in tutta Italia, con un volume di affari di 18 miliardi
di euro. Nel 2017 si sono iscritte 6.335 imprese e ne sono
cessate 11.979, con un saldo negativo di 5.644 attività. I più
diffusi sono i breakfast e morning bar (30%), seguiti da bar
generalisti (24%), lunch bar (17%), bar serali (16%) e bar
multifunzione (14%). Sul fronte occupazionale i numeri Fipe
sulla ricerca di personale nel 2017 parlano di 9.900 baristi. Il
settore mostra sempre un andamento in "rosa", con la componente
femminile in prevalenza rispetto a quella maschile (il 58% di
lavoratrici dipendenti contro il 42% di lavoratori dipendenti).
Al bar si va soprattutto per fare colazione: 5,4 milioni di
persone consumano qui tutti i giorni il primo pasto della
giornata, con una spesa media di 2,40 euro. A pranzo invece si
parla di 1,3 milioni di persone, con una spesa media di 7,50
euro. I prodotti maggiormente consumati al bar sono bevande
calde (36,6), bevande alcoliche e aperitivi (13,3), brioches
(12,6), prodotti cosiddetti "d'impulso" come snack e gelati
(10,8), bevande analcoliche (10,4), acqua minerale (8,8) e
infine panini o piatti (7,5). Per quanto riguarda i prezzi, un
caffè al bar costa in media 1 euro, un cappuccino 1,30 euro,
mentre per un panino si pagano 3,10 euro.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Fipe, bar non temono confronto con Starbucks
In tutta Italia 149.154 i bar, volume affari per 18 miliardi