(ANSA) - ROMA, 12 APR - Il vino va maggiormente difeso sotto
il profilo dei marchi. E' quanto sottolinea lo studio Glp,
aziende italiana attiva da 50 anni nel settore della tutela
della proprietà intellettuale, ricordando che la contrattazione
nell'ambito della produzione di vino vale in Italia 83 milioni
di euro, secondo uno studio dell'ufficio dell'Unione europea per
la proprietà intellettuale Euipo. In Europa, il valore sale a
oltre 500 milioni con più di 2.000 posti di lavoro diretti
persi. «Parliamo di un settore che solamente nel nostro Paese
vale 8 miliardi di euro e interessa più di 1.800 imprese e
17mila lavoratori. Un ambito decisamente importante che
necessita di essere tutelato'' afferma Daniele Petraz
co-managing partner di Glp, presente a Vinitaly presso il salone
Enolitech.
''Davanti ad un mercato che non ha più confini - continua
Petraz - è fondamentale difendere la propria unicità. «La
tutela del proprio marchio è una sensibilità sviluppata da chi
ha già esperienze consolidate con l'export, ma viene del tutto
ignorata da molti», osserva il co-managing partner di GLP.
Tuttavia Lombardia, Piemonte e Veneto, tra le regioni più attive
- nel 2015 hanno raccolto il 40% dei marchi depositati in Italia
(dati UIBM) - sono ben poche le aziende vitivinicole che hanno
pensato di tutelare la loro etichetta. Nel settore vitivinicolo
sono molteplici le possibilità di proteggere e quindi
valorizzare la propria identità: non solo il nome e il logo sia
del produttore che del vino, ma anche l'etichetta della
bottiglia nella sua totalità, nonché il design o modello, che
permette la tutela di tutto ciò che definisce il prodotto dal
punto di vista estetico come le linee, i contorni, la forma, i
colori».
L'ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale
Euipo ha stimato che circa il 39% dell'attività economica totale
e il 26% di tutta l'occupazione nell'Ue sono direttamente
generati da settori ad alta intensità di diritti di proprietà
intellettuale. A testimoniare i vantaggi del copyright dei
marchi un ulteriore 9% dei posti di lavoro nell'Ue derivanti da
acquisti di prodotti e servizi ad opera dei settori ad alta
intensità di diritti di proprietà intellettuale. Le imprese
europee che possiedono diritti di proprietà intellettuale hanno
entrate per dipendente in media superiori del 28% rispetto a
quelle che non ne possiedono. Inoltre, sebbene solo il 9% delle
Pmi possieda diritti di proprietà intellettuale registrati,
queste imprese ottengono quasi un 32% in più di entrate per
dipendente rispetto alle altre.''Approcciarsi alla tutela della
proprietà intellettuale è un modo di gestire razionalmente la
propria azienda con una programmazione di medio lungo periodo.
Serve quindi un cambio radicale di mentalità'' conclude Petraz.
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Vinitaly:contraffazione marchi vino italiano vale 83 milioni
Studio Glp, urge difesa dei diritti di proprietà intellettuale