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Assobirra, export +3,5% ma accise un vero peso

Tasse aumentate del 30% in 15 mesi, frenano occupazione

birra artigianale

Redazione Ansa

- ROMA - Nonostante la crisi e la crescente pressione fiscale la birra ha visto salire lo scorso anno la produzione del 2%, per un totale di 13.521.000 ettolitri prodotti rispetto all'anno precedente, trainata anche dall'export aumentato del 3,5%. Eppure i consumi rimangono piatti, confermando il trend degli ultimi 10 anni, che si spostano sempre più in casa e verso prodotti più economici. E' quanto emerge dal Report 2014 di AssoBirra, che evidenzia un andamento di luci e ombre per un settore che contribuisce per 4 miliardi alle casse dello Stato tra accise, Iva, imposte sui redditi e sui salari, contributi sociali nel settore birrario e proveniente da settori collegati.

E proprio a causa degli alti livelli di tassazione, spiega Assobirra, con accise aumentate del 30% in 15 mesi, si è assistito ad un sostanziale stop anche dall'occupazione, ferma a 136 mila unità; e ad esaurirsi è anche la forte spinta data dai micro birrifici negli anni passati. Ma la voglia di investire non manca alle aziende, fa notare Assobirra, visto che il 44% sarebbe disposto a investire in 3 mila nuove assunzioni se le accise tornassero ai livelli pre-aumento. Per quanto riguarda le vendite, infine, Assobirra sottolinea la forte pressione promozionale sul prodotto che nel 2014 ha superato il 44% contro il 28,5% medio dei prodotti di largo consumo. Il risultato è che quasi una birra su due negli scaffali della grande distribuzione organizzata è in offerta. 

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