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Grecia: Nomisma, Grexit? Impatti ridotti su agroalimentare

Paniere export paese ellenico differisce molto dal nostro

Redazione Ansa

BOLOGNA - Sul comparto agroalimentare italiano gli "impatti" di una ipotetica 'Grexit', di una uscita della Grecia dalla moneta unica, sarebbero "ridotti". E' quanto stima un'analisi condotta dai ricercatori di Nomisma, Andrea Goldstein e Denis Pantini.

"Un'eventuale uscita dall'euro da parte della Grecia - scrivono in una nota - non dovrebbe preoccupare particolarmente le imprese agroalimentari italiane mentre, paradossalmente, rischia di limitare i possibili effetti positivi derivanti da una svalutazione competitiva per le stesse imprese greche". A giudizio dell'istituto bolognese, "la capacità esportatrice dell'agroalimentare ellenico è sostanzialmente contenuta, e a causa della dipendenza dall'import per i principali input produttivi, come agrofarmaci, fertilizzanti, mangimi e macchinari, una svalutazione si tradurrebbe in costi superiori per le imprese".

Di fatto, osservano gli esperti di Nomisma, "la Grecia assorbe meno del 2% dell'export delle imprese agroalimentari italiane (poco più di 608 milioni di euro nel 2014 rispetto a un totale di 34,3 miliardi di euro), mentre al contrario l'Italia rappresenta il principale mercato di sbocco per le aziende greche (14,8% del totale delle esportazioni agroalimentari greche). I principali prodotti esportati in Italia sono prodotti ittici (30%), olio d'oliva (21%), cereali (12%) e prodotti lattiero-caseari come yogurt e feta (11%). Dall'altra parte i principali prodotti agroalimentari italiani esportati in Grecia nel 2014 sono stati: carne fresca e stagionata (12,4%), caffè (11,8%), mangimi (9,8%)".

Di fronte a un simile quadro, per Nomisma "un'eventuale uscita della Grecia dall'euro e il ritorno della dracma renderebbe indubbiamente più costose le importazioni dall'Italia, con il rischio di una loro eventuale sostituzione con prodotti nazionali. In più la svalutazione renderebbe più convenienti i prodotti ellenici rispetto a quelli dei diretti concorrenti. La minaccia di una svalutazione non è però particolarmente grave per le nostre imprese esportatrici. Il paniere di prodotti esportati dalla Grecia differisce notevolmente dal nostro e anche per quanto riguarda i mercati di destinazione non si rileva una significativa sovrapposizione".


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