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Musk demolisce gli articoli su X, toglie i titoli 

'Migliora l'estetica'. Esperto: 'Mossa autolesionista che apre alla disinformazione' 

Redazione Ansa

Elon Musk continua nello smantellamento della vecchia immagine di Twitter e assesta un altro colpo ai media tradizionali: su X spariscono i titoli degli articoli condivisi mentre i link delle fonti finiscono all'interno delle foto, non più visibili chiaramente. "L'estetica migliorerà non poco", aveva affermato l'imprenditore dopo un'anticipazione pubblicata ad agosto su Fortune. "Una mossa autolesionista che demolisce un elemento di trasparenza nell'informazione", afferma all'ANSA Vincenzo Cosenza, esperto di social media.  E sembra che il cambiamento non sia piaciuto nenache agli inserzionisti della piattaforma.

La modifica arriva a quasi un anno dall'acquisto di Twitter da parte di Musk, avvenuto ufficialmente il 27 ottobre 2022 dopo una battaglia legale e mesi di incertezza. Il Ceo di Tesla, che possiede anche SpaceX, ha acquistato il social network con sede a San Francisco per 44 miliardi di dollari. Poi c'è stata la novità della spunta blu a pagamento e a luglio scorso, a sorpresa, è avvenuto il cambio di nome in X, che ha mandato in soffitta gli storici termini tweet e retweet.

Quest'ultimo cambiamento sugli articoli postati, non è una sorpresa totale. Fortune aveva riferito ad agosto che era nell'aria e Musk aveva commentato che il passaggio arrivava "direttamente" da lui e avrebbe "migliorato notevolmente l'estetica". Con la modifica, che viene già implementata per ora su desktop e iOS, gli utenti dopo aver condiviso un link ad un sito su X vedranno solo la copertina della notizia, senza dunque capire immediatamente la fonte da cui arriva. Sebbene Musk affermi che la principale motivazione sia estetica, non è un segreto che l'imprenditore non abbia simpatia per i media tradizionali. Sta cercando di incoraggiare più persone al citizen journalism e a pubblicare pezzi più lunghi sulla piattaforma. "I giornalisti che vogliono maggiore libertà di scrittura ed un'entrata extra, dovrebbero rivolgersi a noi", ha scritto giorni fa. In passato ha anche bandito - e poi reintegrato - vari giornalisti di organi di stampa tra cui il Washington Post e la Cnn, oltre a ritardare l'accesso ai post di account come il New York Times e altre testate che lo criticano.

Secondo il sito specializzato Engadget agli inserzionisti, linfa vitale dei social, il nuovo formato degli articoli non è piaciuto quando è stata mostrata un'anteprima. Già dopo l'arrivo di Musk c'era stata una fuga di diverse aziende per il timore di una recrudescenza su Twitter di post estremisti e cospirazionisti. Quest'ultima "è una mossa autolesionsita per due motivi - spiega Vincenzo Cosenza - Il primo è che togliendo le informazioni di contesto sul link lo si trasforma in una immagine quasi indistinguibile dalle pure immagini allegate al tweet. Così l'utente clicca pensando di aprire un'immagine e, invece, esce dalla piattaforma. Ciò si traduce in un grave danno per l'obiettivo principale di ogni piattaforma che è quello della permanenza all'interno, che consente anche di vedere la pubblicità. Il secondo - conclude l'esperto - è che in questo modo si demolisce un elemento di trasparenza nell'informazione, aprendo le porte a link truffaldini verso siti di disinformazione di cui l'utente non può sapere nulla se non cliccando e visitandoli".

Proprio qualche giorno fa la Commissione europea ha affermato che X è la piattaforma online con il maggior numero di disinformazione. Il prossimo grande cambiamento di X potrebbe essere il pagamento di un abbonamento mensile per l'accesso alla piattaforma, già ventilato da Musk.

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