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Medicane e grandine, così il meteo cambia con il clima

Esperti, verso nuovi modelli integrando tutti i dati disponibili

Il medicane che ha attraversato il Mar Ionio il 17 settemre 2020 (fonte: contains modified Copernicus Sentinel data (2020), processed by ESA, CC BY-SA 3.0 IGO, da Flickr)

Redazione Ansa

Il Mediterraneo più irrequieto a causa dei medicane, come sono chiamati gli uragani che lo sconvolgono in autunno, è uno degli osservati speciali dei meteorologi: la scommessa è riuscire a prevedere in tempo utile questi fenomeni, insieme a grandinate violente, super celle temporalesche, downstream e tornado che negli ultimi anni sempre più presenti in Italia. Sono eventi legati al cambiamento climatico e per prevederli in tempo utile, i meteorologi hanno bisogno di aggiornare i loro modelli per le previsioni, osserva Dino Zardi, docente di Fisica dell'atmosfera all'Università di Trento. E' questo uno dei temi principali del convegno dell'Associazione italiana di scienze dell'atmosfera e meteorologia (Aisam) organizzato a Lecce, presso l'Università del Salento.

"Emerge la necessità di integrare tutte le informazioni che abbiamo a disposizione: da quelle che arrivano dalle stazioni di superficie a quelle dei satelliti: lavoriamo all'insegna della massima sinergia delle osservazioni e a nuovi modelli meteorologici", aggiunge l'esperto, che fino a pochi giorni fa è stato il presidente dell'Aisam. Ha passato il testimone Sergio Pisani, ex previsore meteo dell'Aeronautica Militare.

"Gli eventi meteorologici estremi sono fra i temi di punta di cui discuteremo", dice Piera Ielpo, dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche e fra gli organizzatori del convegno, in programma fino all'8 febbraio. "Fra i tanti temi di questo convegno, discuteremo dei modelli attuali delle previsioni meteo e di quelli futuri", ha aggiunto la ricercatrice.

Una delle scommesse, osserva Zardi, è "tenere sotto osservazione il fenomeno dei medicane perché al momento non abbiamo elementi per sapere se diventeranno più frequenti, ma è importante avere elementi per riuscire a prevederli in modo più preciso". Attualmente si riesce infatti a prevederli con un anticipo di 2-3 giorni. C'è molto da fare anche per rispondere ad altre domande. Per esempio: il cambiamento climatico causa un numero maggiore di temporali? I temporali violenti e le grandinate dell'estate 2023 sono stati un episodio o sono destinati ad aumentare?

"Per trovare le risposte stiamo raffinando i modelli di previsione che abbiamo", ha osservato Zardi. Non è un'impresa isolata: molti Paesi in tutta l'Europa sono alle prese con lo stesso problema. L'Italia, per esempio, l'Italia sta lavorando con Germania, Svizzera e Grecia nell'ambito di consorzio europeo. "Uno dei fronti aperti - dice l'esperto - è la condivisione dei dati: ogni volta che lanciamo un modello, dobbiamo mettere insieme tanti strumenti di osservazione. Più si fa questo, più il modello lavora bene. La sfida è ottimizzare per assimilare dati".

Si sta anche registrando una domanda crescente di previsioni sempre più precise e puntuali, che sta gradualmente sta creando un nuovo mercato del lavoro: "la domanda di meteorologi è in aumento, sia da parte di enti pubblici sia da imprese private", osserva Zardi. Assicurazioni, imprese agricole, trasporti, solo per citare alcuni settori, hanno bisogno di informazioni meteo mirate, "Questo stimola lo sviluppo di imprese focalizzate. Per un giovane, la meteorologia - conclude Zardi - è sicuramente un'opzione da prendere in considerazione".

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