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Antartide, il ghiacciaio Cadman ha iniziato a sciogliersi

Dal 2018, dopo un lungo periodo di stabilità

Redazione Ansa

Uno dei più stabili ghiacciai dell’Antartide, il ghiacciaio Cadman, ha iniziato improvvisamente a sciogliersi, dopo che per decine di anni non aveva fatto registrare sostanziali riduzioni. I dati, pubblicati sulla rivista Nature Communications, indicano che nel periodo fra novembre 2018 e dicembre 2019 il ghiacciaio si è ritirato di 8 chilometri e si è assottigliato di 20 metri, a causa di un canale profondo 400 metri che ha permesso all’acqua oceanica, insolitamente calda, di raggiungere il ghiacciaio. La ricerca è coordinata da Benjamin Wallis, dell’Università ritannica di Leeds e condotta in collaborazione con il British Antarctic Survey.

Non tutte le regioni dell’Antartide stanno reagendo allo stesso modo al riscaldamento globale: molti ghiacciai delle regioni orientali già da anni sono in rapido scioglimento, mentre quelli occidentali stanno mostrando una maggiore stabilità. Uno di questi era fino a poco fa il ghiacciaio Cadman, ma i nuovi dati indicano che dal novembre 2018 al dicembre 2019 ha perso 2,16 miliardi di tonnellate di ghiaccio.

 

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Il ghiacciaio Cadman nel 2017 e nel 2023 (fonte: European Commission, European Space Agency, Copernicus Sentinel-2 data, Benjamin Wallis)

 

La causa di questo improvviso cambiamento sarebbe dovuta al crollo di una sorta di contrafforte di ghiaccio che dal fondale marino conteneva lo scivolamento verso il mare dell’intero ghiacciaio. Le acque sempre più calde avrebbero indebolito la base, che ha ceduto nel 2018. Secondo gli autori dello studio, il ghiacciaio Cadman si trova ora in uno stato definito di ‘squilibrio dinamico’.

“Quel che indica questa ricerca – ha detto Michael Meredith, del British Antarctic Survey e uno degli autori dello studio – è che ghiacciai apparentemente stabili possono cambiare molto rapidamente, diventando instabili quasi senza preavviso, per poi assottigliarsi e ritirarsi molto rapidamente”. A proteggere finora i ghiacciai delle regioni occidentali, ipotizzano i ricercatori, sono state delle creste montuose sottomarine, che hanno limitato l’arrivo delle correnti di acqua calda, ma l’ulteriore aumento delle temperature sta limitando sempre più questo effetto di protezione. 

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