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L'impronta dell'uomo sull'estinzione di 7 specie, 13.000 anni fa

Erano giganti della preistoria, cancellati dagli incendi

Redazione Ansa

C'è l'impronta dell'uomo anche sui casi di estinzione di alcuni giganti della preistoria avvenuti circa 13.000 anni fa, in un periodo che coincide con continui incendi. Sono sette le specie cancellate e tra queste ci sono lo smilodonte, un felino dai denti a sciabola, e il leone americano. Lo indicano l'analisi dei resti analizzati in California, nel giacimento di Rancho La Brea, che per la prima volta mette in relazione l'epoca dei resti a quella di devastanti incendi. Il risultato è pubblicato sulla rivista Science, della quale ha conquistato la copertina,e  si deve alla ricerca coordinata da F. Robin O'Keef, della Marshall University, alla quale l'Italia ha partecipato con la paleontologa Elena Ghezzo, dell'Università Ca' Foscari di Venezia.

"Questo studio correla per la prima volta i dati relativi alla presenza di sette specie datate con il metodo della radiodatazione assoluta con dati palinologici e la frequenza di carbone nelle immediate vicinanze del sito di Rancho La Brea", dice Ghezzo. E' emerso in particolare che, mentre il bradipo gigante e i camelidi sono scomparsi in un periodo precedente, tutte le altre specie di grandi mammiferi sono scomparse 12.900 anni fa, subito prima dell'inizio del periodo chiamato Dryas recente, caratterizzato da un clima freddo e che ha avuto una durata relativamente breve..Con lo smilodonte e il leone americano, gli incendi hanno cancellato il lupo americano, il bisonte e il cavallo americano.

 

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Rappresentazione artistica di uno smilodonte (fonte: Daniel Eskridge da iStock)

 



La spia dell'aumento degli incendi è l'aumento di frequenza del carbone, concentrato in un periodo che inizia circa 13.300 anni fa e dura per circa 500 anni. In questo arco di tempo, oltre alla scomparsa dei grandi mammiferi considerati nello studio, la vegetazione è cambiata completamente, andando verso un ambiente più aperto e secco. I dati indicano inoltre che la presenza delle tracce di carbone, e quindi degli incendi, è statisticamente correlabile con la stima dell'aumento della presenza umana. Di conseguenza, osserva la ricercatrice, "l'uomo ha probabilmente avuto un ruolo attivo nella modifica dell'ambiente e nella scomparsa delle specie recuperate a Rancho La Brea". Quest'ultimo è uno dei giacimenti più ricchi per quanto riguarda il recupero di mammiferi nordamericani vissuti negli ultimi 50 mila anni e più.

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