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I 3 vulcani napoletani a confronto, stimata la pericolosità

Nuovo modello statistico per Vesuvio, Ischia e Campi Flegrei

Redazione Ansa

I tre vulcani napoletani, Vesuvio, Ischia e Campi Flegrei, per la prima volta a diretto confronto, grazie ad un nuovo modello statistico che ne esamina la pericolosità. È questo il risultato dello studio realizzato da un gruppo internazionale di ricercatori guidato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), insieme a Università Aldo Moro di Bari e British Geological Survey (Bgs) del Regno Unito. Le analisi effettuate, pubblicate sulla rivista Science Advances, contribuiscono a migliorare le previsioni sulle eruzioni dei tre vulcani, fondamentali per mitigare i rischi per le popolazioni residenti in quelle aree, densamente popolate, e per le infrastrutture.
“Studiando i dati geologici e le cronache storiche di questi tre vulcani, così sensibilmente diversi tra loro, siamo riusciti a mettere a punto un modello statistico”, dice Jacopo Selva, che ha guidato lo studio. “Il nostro modello si fonda su soli tre parametri: la frequenza eruttiva annuale dei vulcani nei loro periodi di bassa e alta attività – spiega Selva – oltre all’intervallo temporale senza eruzioni che segna il passaggio tra una fase di alta e una di bassa attività”.
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I tre vulcani napoletani, Vesuvio, Ischia e Campi Flegrei, per la prima volta a diretto confronto, grazie ad un nuovo modello statistico che ne esamina la pericolosità (Fonte: INGV)
I risultati dello studio hanno evidenziato come le dinamiche di avvio e termine delle fasi di attività eruttiva siano significativamente diverse tra il Vesuvio, i Campi Flegrei e Ischia, ciascuna legata ai processi vulcanici specifici che dominano i singoli vulcani. “Queste analisi possono fornire dati importanti per comprendere a pieno le dinamiche che governano il verificarsi delle eruzioni”, commenta Roberto Sulpizio di Università di Bari e Ingv, uno degli autori dello studio, “ma soprattutto permettono di stimare e confrontare tra loro la probabilità di eruzione dei diversi vulcani, e, di conseguenza, la loro pericolosità”.
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