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Mediterraneo, grandinate in aumento del 30% in 10 anni

Il cambiamento climatico tra i fattori responsabili

I ricercatori hanno analizzato i dati raccolti dai satelliti della costellazione internazionale Global Precipitation Measurement (Gpm), che effettuano misurazioni delle precipitazioni terrestri ogni 2-3 ore. (Fonte: Sante Laviola)

Redazione Ansa

I fenomeni temporaleschi associati alla grandine sono aumentati in media del 30% negli ultimi 10 anni, dal 2010 al 2021, in tutta l’area del Mediterraneo: in particolare, risultano in crescita sia i fenomeni intensi, caratterizzati da chicchi tra 2 e 10 centimetri di diametro, sia quelli estremi, caratterizzati da aggregati ghiacciati più grandi di 10 centimetri. Lo afferma uno studio italiano dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Isac), pubblicato sulla rivista Remote Sensing. Tra i fattori responsabili del fenomeno va sicuramente annoverato anche il cambiamento climatico, in grado di incidere su frequenza, distribuzione e intensità.
I ricercatori, guidati da Sante Laviola, hanno analizzato i dati raccolti dai satelliti della costellazione internazionale Global Precipitation Measurement (Gpm), una missione congiunta di Nasa e Agenzia spaziale giapponese (Jaxa), insieme ad altre agenzie spaziali internazionali. I satelliti, gestiti dal Goddard Space Flight Center della Nasa, effettuano misurazioni delle precipitazioni terrestri ogni 2-3 ore. In questo modo, gli autori dello studio sono riusciti a ricostruire la distribuzione spaziale e temporale degli eventi associati alla grandine nel bacino mediterraneo dal 1999 al 2021, raggruppandoli nelle due categorie di gravità (intensi ed estremi).
“A differenza dell’Europa centrale, dove questi fenomeni avvengono principalmente in tarda primavera e in estate”, commenta Laviola, “nell’Europa meridionale, in particolare nel sud Italia, nella penisola iberica e in Grecia, le grandinate si verificano soprattutto durante la fine dell'estate e in autunno. In questa fase dell’anno si registrano i valori più alti sia per quanto riguarda i fenomeni intensi che per quelli estremi – prosegue il ricercatore – e l’analisi dei trend per il periodo preso in considerazione mostra una tendenza in crescita”.
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