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Antartide, parte la campagna di ricerca invernale

Nella base italo-francese Concordia

Una scritta su un muro di ghiaccio nei pressi della base italo-francese Concordia (fonte: ESA/IPEV/PNRA-N. Albertsen)

Redazione Ansa

Aperta la nuova campagna di ricerca invernale in Antartide: nella base italo-francese Concordia, distante 1.200 chilometri dalla base italiana sulla costa, dedicata a Mario Zucchelli, si preparano a trascorrere il lungo inverno polare sette ricercatori e tecnici italiani, con sei colleghi francesi e un medico danese dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa).

Glaciologia, chimica e fisica dell'atmosfera, astrofisica, astronomia, geofisica e biomedicina sono i campi di ricerca nei quali si preparano a raccogliere nuovi dati gli italiani che fanno capo al Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra). Questo, insieme con il ministero per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca, ha finanziato la campagna con 23 milioni, mentre l'Enea ha responsabilità della logistica e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) del coordinamento scientifico. Per la Francia la campagna è organizzata dall'Istituto polare 'Paul Emile Victor'(Ipev).

Molti i risultati scientifici finora ottenuti dalle campagne invernali, iniziate nel 2004, con la realizzazione degli osservatori permanenti su meteorologia, clima, sismologia e geodetica. Presso la base Concordia è entrato in funzione il secondo radar per lo studio della ionosfera, nell'ambito della rete planetaria SuperDarn. Si è chiusa nel frattempo la base Zucchelli, dove sono proseguite le opere di ammodernamento delle infrastrutture, tra cui il nuovo acquario di supporto ai progetti di biologia marina.

È stata completata la ristrutturazione della copertura del corpo principale della base, con la posa in opera di un impianto fotovoltaico che ha prodotto finora circa 10.000 kWh di energia elettrica, equivalenti a circa 3.000 litri di combustibile risparmiato. Proseguiti inoltre i lavori per implementare l'impianto eolico controllabile da remoto, che fornisce energia per mantenere in funzione gli osservatori scientifici permanenti durante l'inverno.

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