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Terremoti simulati all'Enea, sulle tavole vibranti

Con motion capture in 3D, in un laboratorio virtuale

Redazione Ansa

Una simulazione del terremoto dell'autunno 2016 in Italia centrale in 3D e in un laboratorio virtuale è organizzata oggi dall'Enea sui due muri che erano stati già gravemente lesionati nel test con le tavole vibranti eseguito nel dicembre scorso e successivamente riparati: l'obiettivo è verificare se la loro capacità di resistere ai terremoti è aumentata in seguito agli interventi.

Nel Laboratorio Tecnologie per l'innovazione sostenibile dell'Enea i due muri pesanti due tonnellate ciascuno, uno in tufo e l'altro in pietra, vengono sottoposti alla stessa sequenza di test ad intensità crescente che avevano già subito nel dicembre 2016. Le lesioni provocate in seguito al test erano state riparate e in questo nuove 'sfida' i muri dovranno dimostrare la loro capacità di resistere ai terremoti.

Tutto avviene in un laboratorio virtuale al quale hanno accesso da remoto tutti i partner del progetto di cooperazione Italia-Usa finanziato dal ministero degli Esteri e del progetto CoBra, finanziato alla Regione Lazio, con il supporto del Consorzio ReLuis (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica) e dell'azienda Kerakoll. In questo laboratorio virtuale i dati prodotti durante i test vengono catturati tramite un sistema di motion capture in 3D e tramite la piattaforma virtuale DySCo possono essere condivisi a distanza da tutti i partner del progetto, come il Massachusetts Institute of Technology (Mit), l'università di Miami, lo Smithsonian Institute e la National Gallery of Art di Washington.

Nella prima fase del test le tavole vibranti, in grado di spostarsi in tre direzioni e di ruotare, avevano sottoposto i due muri ad accelerazioni analoghe a quelle dei terremoti in Irpinia del 1980 a di Amatrice, dell'autunno 2016.

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