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L’universo nei raggi gamma, timelapse di 14 anni fatto dalla Nasa

Condensati in pochi minuti i dati del telescopio spaziale Fermi

L’Universo visto nei raggi gamma da Fermi (fonte: NASA’s Goddard Space Flight Center and NASA/DOE/LA

Redazione Ansa

Quattrodici anni di Universo visto ai raggi gamma, le più intense tra le radiazioni elettromagnetiche, condensati in pochi minuti: è il timelapse pubblicato dalla Nasa con i dati di Fermi, il telescopio spaziale realizzato anche con il contributo dell’Istituto nazionale di Fisica Nucleare, l’Istituto Nazionale di Astrofisica e l’Agenzia Spaziale Italiana, che mostra le emissioni prodotte da una grande varietà di sorgenti dalle pulsar ai quasar fino agli spettacolari scontri tra stelle di neutroni fino ai brillamenti del nostro Sole.

“Il luminoso e costante bagliore dei raggi gamma della Via Lattea – ha commentato Seth Digel, dei Laboratori dell’acceleratore di particelle Slac in California e tra responsabili dell’analisi dati di Fermi – è punteggiato da intensi bagliori di getti della durata di giorni vicini alla velocità della luce alimentati da buchi neri supermassicci nei nuclei di galassie lontane”. Lanciato in orbita nel 2008 e ancora operativo, anche se con qualche acciacco dovuto all’età, Fermi è stato ideato per osservare l’interezza della volta celeste in una lunghezza d’onda invisibile per gli occhi umani, i raggi gamma.

 

 

Si tratta delle radiazioni più intense, con energia milioni di volte maggiore di quella della luce visibile, che permettono di studiare una vasta di serie di fenomeni cosmici a partire dalle pulsar, piccole stelle in rapida rotazione che emettono intense radiazioni, fino a quel che avviene nei pressi dei buchi neri intenti a inghiottire le nubi di polveri che li circondano.

Dati che sono stati aggregati in un unico video di pochi minuti in cui è possibile vedere la continua comparsa e scomparsa di fonti di raggi gamma sia all’interno della nostra galassia che da punti esterni, emessi da oggetti di vario. Tra questi c’è ne uno che descrive un arco ciclico nel cielo: il Sole, le cui emissioni variano in base all’attività di quel momento e che in occasione di violenti brillamenti o esplosioni risulta essere l’oggetto più luminoso.

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