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L’Italia a bordo della missione degli Emirati Arabi, a caccia di asteroidi

Il lancio è previsto nel 2028

L’obiettivo della missione Ema è studiare origine e l’evoluzione degli asteroidi, aprendo la strada anche alla possibilità di estrarne risorse utili (fonte: Pixabay)

Redazione Ansa

Ci sarà anche l’Italia a bordo della missione spaziale Ema dell’Agenzia Spaziale degli Emirati Arabi Uniti, la cui partenza è prevista il 3 marzo 2028 per andare a caccia di asteroidi primordiali: sulla sonda ci sarà, infatti, lo strumento italiano Mist-A finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica, che guida il team scientifico italiano, e con diverse aziende. Lo strumento avrà il compito di studiare la composizione della superficie e le proprietà fisiche degli asteroidi, mappandole nella lunghezza d’onda dell’infrarosso: l’obiettivo della missione, infatti, è comprendere meglio l’origine e l’evoluzione di questi oggetti, aprendo la strada anche alla possibilità di estrarne risorse utili.

Il dispositivo italiano condivide il design e alcuni componenti ben collaudati con un altro dell’Asi attualmente a bordo di Juno, la sonda della Nasa che si trova in orbita intorno a Giove. “Questa missione rappresenta una grande opportunità per il nostro Paese – commenta Giuseppe Sindoni, responsabile Asi per le attività industriali legate allo sviluppo di Mist-A – essendo la prima collaborazione con gli Emirati Arabi Uniti nel campo dell’esplorazione del Sistema Solare”.

La missione prevede di osservare sei asteroidi durante altrettanti passaggi ravvicinati, per arrivare infine, dopo un viaggio lungo sei anni, all’asteroide (269)Justitia, intorno al quale Ema orbiterà per sette mesi. “(269)Justitia è particolarmente intrigante, poiché mostra delle proprietà inconsuete, che portano a supporre che possa essersi formato nelle regioni più esterne del Sistema Solare e successivamente trasferito nella fascia degli asteroidi tra Marte e Giove”, osserva Gianrico Filacchione, ricercatore dell’Inaf e responsabile di Mist-A. “Con queste premesse - ha aggiunto - possiamo aspettarci molte sorprese”.

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