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Sonda Juice, sbloccata l'antenna del radar italiano

Completato l'1% del viaggio verso le lune di Giove

Rappresentazione artistica della sonda Juice (fonte: sonda ESA/ATG medialab; Giove NASA/ESA/J. Nichols, Univ. di Leicester; Ganimede NASA/JPL; Io NASA/JPL/Univ. dell’Arizona; Callisto ed Europa NASA/JPL/DLR)

Redazione Ansa

Buone notizie per la sonda europea Juice in volo verso le lune di Giove: dopo tre settimane di tentativi, è finalmente riuscita a dispiegare completamente l'antenna da 16 metri del radar italiano Rime e nel frattempo ha già percorso l'1% del suo viaggio. Lo rende noto l'Agenzia spaziale europea (Esa). Nessuna preoccupazione dunque per lo strumento Rime (Radar for Icy Moons Exploration) progettato per indagare fino a 9 chilometri di profondità sotto la superficie delle lune ghiacciate di Giove. Qualche perplessità era iniziata a circolare quando, il 21 aprile scorso, il tentativo di apertura di uno dei due bracci era riuscito solo per un terzo a causa dell’inceppamento del meccanismo d’estensione. I tecnici dell’Esa però si erano subito mostrati ottimisti, consapevoli di avere diversi assi nella manica per risolvere la situazione.

"Il blocco era causato da uno dei due perni che tenevano compresso e ripiegato uno dei bracci dell’antenna nella posizione di lancio", spiega su MediaInaf il responsabile di Rime, Lorenzo Bruzzone dell’Università di Trento. "Per sbloccare il meccanismo è stato dato uno scossone al meccanismo inceppato. Nello spazio l’operazione è complessa, perché si trattava di scuotere una sonda di più di sei tonnellate a circa sette milioni di chilometri di distanza dalla Terra e con forza e direzione adeguate a sbloccare il meccanismo.

Quindi sono stati fatti alcuni tentativi con impulsi generati con il motore principale e i propulsori in combinazione con aumenti controllati della temperatura. Tali tentativi hanno mostrato movimenti dell’antenna piuttosto incoraggianti. Lo scossone definitivo è stato dato dall’innesco di un attuatore non esplosivo che teneva in compressione l’altro braccio dell’antenna ed era posto sullo stesso braccetto di sostegno del perno bloccato. L’intensità e la vicinanza dell’urto che ne è conseguito hanno sbloccato definitivamente il perno. Tutte queste operazioni sono state fatte dopo aver ruotato la sonda in modo da illuminare con il Sole la parte bloccata e scaldarla per portarla da una temperatura di meno 80 gradi a temperatura ambiente. Il connubio tra gli effetti termoelastici sul meccanismo e gli scossoni ha portato allo sblocco".

Finora "tutti i test condotti confermano il corretto funzionamento del radar", rassicura Bruzzone, che già pensa alla futura raccolta di dati scientifici. "La prima acquisizione di Rime nel sistema gioviano sarà durante un flyby su Ganimede nel febbraio del 2032. Tuttavia - precisa l'esperto - stiamo valutando la possibilità di attivare il radar durante la fase di crociera in prossimità dei flyby sulla Luna (agosto 2024), sulla Terra (agosto 2024, settembre 2026 e gennaio 2029) e su Venere (agosto 2025). È prematuro dire se ciò sarà possibile data la delicatezza delle manovre durante i flyby, che hanno come priorità quella di sfruttare l’effetto fionda per accelerare la sonda, ma avremo modo di studiare la fattibilità con il controllo missione di Esa nei prossimi mesi".

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