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Da Esa un piano da mezzo miliardo per la navigazione satellitare

Per potenziare servizi sulla Terra e portarli anche sulla Luna. Importante contributo dell'Italia

La costellazione Galileo (fonte: Esa-P.Carril)

Redazione Ansa

Un piano da mezzo miliardo di euro per potenziare i servizi di navigazione satellitare sulla Terra e portarli anche sulla Luna in vista delle future missioni umane, con un importante coinvolgimento dell'industria e della comunità scientifica italiana: è quanto l'Agenzia  spaziale europea (Esa) presenterà al prossimo Consiglio ministeriale di Parigi a fine novembre. Lo ha spiegato il Direttore di Navigazione dell'Esa, Javier Benedicto.

Alla luce delle eccellenti prestazioni ottenute finora dal sistema globale di navigazione satellitare europeo Galileo e dal servizio europeo di copertura per la navigazione geostazionaria (Egnos), l'Esa intende potenziarli con sistemi di nuova generazione.

Alla Ministeriale presenterà in particolare un progetto da 100 milioni di euro per sviluppare ed eseguire dimostrazioni in orbita di satelliti di navigazione in orbita bassa per integrare Galileo e supportare le future infrastrutture Leo-Pnt.

Con la missione Genesis da 80 milioni di euro punterà invece a mappare la forma del nostro pianeta con una precisione al millimetro, elemento cruciale anche per la lotta al cambiamento climatico.

Serviranno invece 120 milioni per sviluppare la fase 3 del programma Navisp avviato nel 2017, per sviluppare le future tecnologie di navigazione utili a svariate applicazioni, dalle previsioni meteo ai veicoli a guida autonoma.

Infine l'Esa proporrà un piano da 150-200 milioni per il progetto Moonlight, che permetterà all'Europa di essere la prima a portare un sistema di la navigazione e comunicazione sulla Luna.

L'Italia potrà giocare un ruolo da protagonista nel programma Moonlight con cui l'Agenzia spaziale europea (Esa) intende portare sulla Luna il primo sistema di navigazione e comunicazione al servizio delle future missioni umane e della Lunar economy. Lo ha detto il Direttore di Navigazione dell'Esa, Javier Benedicto, che insieme al Capo dell'Ufficio scientifico della navigazione Javier Ventura-Traveset ha presentato alla stampa i progetti che l'ente spaziale proporrà al prossimo Consiglio Ministeriale di fine novembre a Parigi. L'obiettivo "è fornire i primi servizi di comunicazione e navigazione già a partire dal 2027 - ha detto Ventura - e dal 2029 avere un servizio di navigazione completo al polo sud lunare tra i 70 e i 90 gradi, dove si concentrerà la maggior parte delle missioni come quelle del programma Artemis". L'infrastruttura, secondo i piani dell'Esa, potrebbe prevedere quattro satelliti in orbita per fornire i segnali come fa il sistema europeo Galileo sulla Terra, in modo da dare in tempo reale la posizione sulla superficie lunare, la velocità e il tempo, a beneficio di tutte le missioni lunari. Il primo ricevitore dovrebbe essere lanciato entro un paio di anni con la missione Lunar Pathfinder.

Il sistema di navigazione satellitare sarà estremamente utile nelle delicatissime fasi dell'allunaggio. "Le simulazioni confermano che avremo una precisione di 10-30 metri, meglio dei 90 metri richiesti dalla Global Exploration Roadmap", precisa Ventura. "In futuro, con più satelliti in orbita e sistemi locali in grado di potenziare le prestazioni, potremo arrivare in certe zone perfino sotto il metro". Gli esperti dell'Esa sono già al lavoro per affrontare le sfide tecnologiche che questo programma impone e per stabilire di concerto con le altre agenzie spaziali quello che sarà il sistema di riferimento geodetico e il tempo di riferimento lunare. La richiesta di budget che verrà sottoposta alla Ministeriale si aggira tra i 120 e i 200 milioni di euro. Tanto basterebbe per far vincere all'Europa la sfida e arrivare così ad allestire per prima il sistema di navigazione lunare. "Sulla Luna impareremo cose utili anche a migliorare la navigazione sulla Terra", sottolinea Benedicto. "E' una grande opportunità, soprattutto per le aziende europee e anche quelle italiane". "Certamente l'Italia è il nostro partner di riferimento per queste tecnologie", aggiunge Ventura. "L'industria e l'università italiane sono state coinvolte in tutti gli aspetti degli studi preparatori, c'è una grande partecipazione". Tra gli attori principali c'è per esempio il costruttore di satelliti Thales Alenia Space Italia, ma anche Telespazio è coinvolto "come operatore potenziale - precisa Benedicto - e intendiamo coinvolgere anche il Centro di controllo del Fucino, che è tra i più sviluppati in Europa".

 

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