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La Terra colpita dal primo 'visitatore' interstellare nel 2014

L’asteroide caduto nell’oceano proveniva da fuori sistema solare

La Terra colpita dal primo 'visitatore' interstellare nel 2014. (Credit: Pixabay Free)

Redazione Ansa

Un ‘visitatore interstellare’ colpì la Terra nel 2014: il piccolo asteroide di 1 metro di diametro che l’8 gennaio 2014 bruciò nell’atmosfera, sopra i cieli della Papua New Guinea, proveniva da lontanissimo, fuori dal Sistema Solare. Lo indica lo studio pubblicato su Astrophysical Journal da Amir Siraj e Abraham Loeb, dell’Università di Harvard, che suggeriscono inoltre la possibilità di cercare nei fondali marini eventuali frammenti sopravvissuti all’esplosione. 

Nel 2017 fece notizia la scoperta di Oumuamua, il primo asteroide interstellare, proveniente al di fuori del nostro sistema solare, ad essere mai stato scoperto e che passò vicino al Sole per poi proseguire il suo lungo viaggio nello spazio profondo. Ma rianalizzando ora le caratteristiche e la traiettoria di un piccolo asteroide di 0,9 metri di diametro che l’8 gennaio del 2014 colpì la nostra atmosfera a una velocità molto elevata, circa 216mila chilometri orari, i ricercatori americani si dicono certi che anche quell’oggetto arrivasse in realtà da molto lontano, fuori dal sistema solare. L’asteroide denominato CNEOS 2014-01-08 sarebbe stato dunque il primo di una lista di visitatori interstellari che solo da pochissimo tempo si è iniziato a saper identificare.

Secondo i ricercatori alcuni frammenti del piccolo asteroide potrebbero essere sopravvissuti alla distruzione durante l’esplosione in atmosfera ed essere caduti in mare. Rintracciarli sarebbe possibile e analizzarli potrebbe fornire informazioni preziose per comprendere la formazione di sistemi solari differenti dal nostro. Più in generale, aggiungo gli autori, sarebbe utile realizzare una rete di osservatori sparsi nel mondo capaci di analizzare anche la composizione chimica degli asteroidi che colpiscono il nostro pianeta perché l’impatto di oggetti interstellari sarebbe molto meno raro di quanto ipotizzato fino a pochi anni fa. 

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