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Marte, una nuova mappa dell’acqua getta luce sul suo passato - VIDEO

E offre alle future missioni nuovi candidati per siti di atterraggio

Mappa dei minerali contenenti acqua su Marte (Fonte: ESA/Mars Express (OMEGA) and NASA/Mars Reconnaissance Orbiter (CRISM))

Redazione Ansa

È pronta la nuova mappa dell’acqua su Marte, che getta nuova luce sul passato del pianeta rosso: l’acqua ne ha infatti plasmato la geologia in maniera molto più importante ed estesa di quanto si fosse ritenuto finora. Lo affermano due studi pubblicati sulla rivista Icarus e guidati da Università francese di Parigi-Saclay e Agenzia spaziale giapponese (Jaxa). I risultati offrono alle future missioni anche nuovi promettenti candidati per i siti di atterraggio, nei quali sarebbe forse possibile estrarre l’acqua rimasta nei minerali presenti. La mappa è frutto delle osservazioni condotte nell’ultimo decennio grazie allo strumento Omega, presente a bordo della sonda Mars Express, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa , e allo strumento Crism, sulla sonda Mars Reconnaissance Orbiter, della Nasa.
La mappa indica le posizioni e la quantità dei cosiddetti minerali acquosi: si tratta di rocce che in passato sono state alterate chimicamente dall'azione dell'acqua e che sono state quindi trasformate in argille e sali. Fino a pochi anni fa i ricercatori ritenevano che, su Marte, ci fossero circa un migliaio di siti con queste caratteristiche, ma le osservazioni raccontano una storia molto diversa: nelle zone più antiche del pianeta ci sono almeno centinaia di migliaia di siti in cui è possibile trovare minerali acquosi.
“Il nostro lavoro ha stabilito che, in realtà, questi minerali sono così abbondanti che la stranezza è non trovarli”, commenta John Carter dell’Università di Parigi-Saclay, alla guida del primo studio e co-autore del secondo. “Il passaggio dalla presenza di tanta acqua alla sua totale assenza non deve essere stato così netto come pensavamo. Abbiamo trovato una tale varietà di contesti geologici – continua Carter – che nessun semplice fenomeno può spiegare l’evoluzione del pianeta rosso: Marte mostra una diversità di minerali molto simile a quella della Terra”.
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