Il Sistema Solare ha avuto un'adolescenza più turbolenta del previsto: lo testimoniano i meteoriti che per la prima volta permettono di inquadrare in un arco di tempo ben definito, tra 7,8 e 11,7 milioni di anni dopo la sua formazione, il periodo in cui le collisioni tra oggetti celesti erano diventate estremamente frequenti, per poi tornare a diminuire. Lo indica lo studio guidato dal Politecnic ofederale di Zurigo (Eth) e pubblicato sulla rivista Nature Astronomy, che aiuterà a comprendere meglio non solo come si sono formati i pianeti del Sistema Solare, ma anche quelli che orbitano intorno ad altre stelle. I ricercatori guidati da Alison Hunt hanno raccolto campioni di 18 diversi meteoriti, un tempo parte dei nuclei ferrosi di asteroidi. Questi ultimi, infatti, sono capsule del tempo, rimaste sostanzialmente immutate dalla loro formazione nel giovane Sistema Solare miliardi di anni fa. Gli autori dello studio hanno analizzato in particolare un isotopo dell’argento, cioè un atomo che ha un diverso numero di neutroni nel nucleo rispetto all’elemento originale e che si accumula all’interno degli asteroidi nel corso del tempo. Non si tratta del primo studio ad esaminare questo aspetto, ma è il primo che ha preso in considerazione anche l’effetto disturbante dei raggi cosmici, che rallenta il processo di accumulo.
Uno dei frammenti di meteorite che hanno permesso di ricostruire il periodo più turbolento del Sistema Solare (fonte: Aurelia Meister)