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Laser, computer e 4K, il cuore hi-tech del planetario di Roma

Viaggiare in un cosmo virtuale che nasce in tempo reale

Redazione Ansa

Trecento metri quadri di schermo emisferico, 4 computer dedicati, 2 video proiettori laser a 4K, un software avanzatissimo e un sistema audio 5+1: è questo il cuore hi-tech del rinnovato Planetario di Roma, finalmente riaperto dopo otto anni. Le nuove tecnologie che permettono adesso di visualizzare e ricostruire in tempo reale qualsiasi dettaglio del cosmo in meravigliosi viaggi guidati dal vivo dal personale scientifico del planetario.

“La tecnologia del Planetario di Roma rappresenta lo stato dell'arte oggi disponibile”, ha detto Gianluca Masi, astronomo del planetario. “L’avanzatissimo software Sky Explorer e i computer dedicati consentono di visualizzare tutto in tempo reale. Non si tratta infatti di video, ma tutto viene generato in tempo reale come una sorta di replica di incredibile realismo”. Una soluzione che permette anche di incorporare tutti gli ultimi aggiornamenti cosmologici, che siano asteroidi, comete fino a galassie, buchi neri o supernovae, che vengono riprodotti esattamente nello spazio in cui si trovano realmente, nella direzione e alla distanza giusta dalla terra che siano all'interno o all’esterno della nostra galassia o fuori dalla galassia.

“Così i 98 visitatori – ha aggiunto Masi – potranno viaggiare letteralmente tra i corpi celesti, esplorare la superficie di Marte o attraversare gli anelli di Saturno. Tutto con il massimo realismo perché ogni dettaglio corrisponde a una precisa osservazione scientifica che ha permesso di conoscere quell'elemento quel dettaglio che poi il planetario offre esteticamente con assoluta precisione scientifica”.

Ad arricchire questa unicità c’è poi la componente umana, una squadra di astronomi divulgatori composta da Gabriele Catanzaro, Giangiacomo Gandolfi, Stefano Giovanardi e Gianluca Masi, che in ogni spettacolo ha il ruolo chiava di guida e narratore, rigorosamente dal vivo.

Riapre a Poma il Planetario, l'astronomo Stefano Giovanardi



"Il Planetario di Roma non puo' non tener conto di esser proprio a Roma, che nella sua lunga storia ha sempre attinto e guardato con grande attenzione al cielo. La civilta' romana e' ricca riferimenti preziosi proprio al cielo stellato e non possiamo prescinderne" dice Masi, collegato a distanza durante l'apertura, perche' malato. "Ci serviamo di tecnologie al top: 300 metri quadri di schermo emisferico, 4 computer dedicati, 2 video proiettori laser a 4K, un software avanzatissimo e un sistema audio 5+1", aggiunge.

"Quel che si vede al planetario e' un'unicita' , quel che si vede non sono filmati preregistrati ma linee di script che si trasformano in immagine con un grande lavoro registico" precisa Catanzaro. Quello andato in scena oggi in anteprima per la stampa e' lo spettacolo di apertura ma sono in programma gia' nuovi spettacoli, a partire da uno dedicato ai pianeti e uno per i bambini. "Vorremmo - spiega Catanzaro - che come in un teatro ci sia un vero cartellone di spettacoli".

"Il Planetario - dice Giovanardi - e' una risorsa al servizio della citta' per raccontare qualunque cosa, scientifica ma artistica. Sulla cupola digitale full dome oltre alle stelle possiamo indagare molecole, particelle o anche un osso di un dinosauro. Potremmo considerarla una specie di casa della scienza e delle arti. Mi piace sottolineare come la funzione sociale di raccontare anche la crisi climatica che e' uno dei temi che ci coinvolgono tutti".

 

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