Rubriche

L'asteroide Bennu meno pericoloso del previsto per la Terra

La Nasa ha ricalcolato la probabilità di impatto: è dello 0,057% nel 2300

L'asteroide Bennu nelle immagini riprese dalla sonda Osiris Rex della Nasa (fonte: NASA/Goddard/University of Arizona)

Redazione Ansa

Contrariamente alle previsioni, è molto più bassa la probabilità che nei prossimi 300 anni l'asteroide Bennu possa colpire la Terra. L'hanno ricalcolata i ricercatori del Centro studi sui Near-Earth Object (Neo) della Nasa, guidati dall'italiano Davide Farnocchia, nello studio pubblicato sulla rivista Icarus.

Diventato celebre in seguito all'incontro ravvicinato con la sonda Osiris-Rex, l'asteroide dovrebbe avvicinarsi alla Terra nel 2135 Bennu, ma ora, grazie ai modelli matematici e ai dati del network Deep Space, gli studiosi sono riusciti a ridurre le incertezze sulla sua orbita e a determinare che la probabilità di un suo impatto nel 2300 è dello 0,057%, cioè 1 su 1.750.

I ricercatori hanno inoltre calcolato che il 24 settembre 2182 è la data più probabile per un potenziale impatto, con lo 0,037% di possibilità, pari a 1 su 2700. Anche se è molto basso il rischio che Bennu colpisca la Terra, rimane comunque uno dei due asteroidi più pericolosi conosciuti nel Sistema solare, insieme a 1950 DA.

Bennu è stato studiato e salutato lo scorso 10 maggio dalla sonda Osiris-Rex, che lo ha osservato da vicino per circa due anni raccogliendo campioni e informazioni sulle sue dimensioni, forma, massa e composizione, monitorandone anche direzione e traiettoria. I campioni raccolti, circa 60 grammi, sono stati messi al sicuro in una capsula che si sgancerà dalla sonda una volta giunta in prossimità della Terra, dove è previsto che atterri il 24 settembre 2023.

Per calcolare esattamente dove l'asteroide si troverà nel momento in cui sarà più vicino alla Terra nel 2135, il gruppo di Farnocchia ha valutato i vari tipi di forze che possono influire sulla sua orbita mentre gira intorno al Sole, che a sua volta, con la sua luce, calore e forza di gravità ha un effetto importante. "I dati orbitali raccolti con Osiris-Rex - commenta Dante Lauretta, responsabile scientifico della missione - ci hanno aiutato a calcolare meglio le possibilità di impatto di Bennu nei prossimi 200 anni e gli asteroidi potenzialmente pericolosi".

Leggi l'articolo completo su ANSA.it