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Saccoccia (Asi), riprendere missioni spaziali al 100% italiane

Le tecnologie oggi permettono missioni ambiziose a costi ridotti

Rappresentazione artistica del satellite italiano Agile (fonte: ASI)

Redazione Ansa

Tornare a pensare anche a missioni scientifiche spaziali interamente italiane: è la proposta che arriva da Giorgio Saccoccia, presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), in apertura del convegno 'Scienza e ricerca spaziale italiana tra passato e futuro' cui hanno partecipato il ministro per l'Università e la Ricerca Maria Cristina Messa, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle attività spaziali, Bruno Tabacci, e i presidenti dei maggiori enti pubblici di ricerca.

"Vorremmo far ripartire l'idea di missioni scientifiche spaziali tutte nazionali", ha detto Saccoccia ricordando che per trovare l'ultima è necessario tornare indietro di diversi anni fino ad Agile, il satellite per lo studio di raggi gamma e X nato dalla collaborazione tra ASI e Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) e lanciato nel 2007.

"Non vuole essere una proposta 'di bandiera', ovviamente continueremo a partecipare con Agenzia Spaziale Europea, Usa e tutti gli altri nostri partner a missioni di grandissimo respiro. L'idea è quella invece di decidere come Italia, per la parte di scienza italiana, quali sono le grandi sfide dove vorremmo che il nostro paese si posizionasse".

Saccoccia ha ricordato come proprio in questi anni lo spazio italiano goda di grandi finanziamenti e interessi e come le nuove tecnologie permettano di fare missioni ambiziose, un tempo possibili sono con grandi collaborazioni, con risorse anche modeste. In un contesto così, conclude Saccoccia: "sarebbe un delitto non provare a investire in qualcosa di totalmente nostro".

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