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La relatività di Einstein supera un altro esame

A darle ragione è la danza di una stella attorno a un buco nero

Rappresentazione artistica della danza della stella S2 intorno al buco nero al centro della Via Lattea (fonte: ESO/L. Calçada)

Redazione Ansa

  La teoria della relatività di Einstein ha superato un altro esame: a darle ragione è la danza di una stella intorno al buco nero al centro della Via Lattea. La stella infatti si muove disegnando una immaginaria coccarda nello spazio, proprio come previsto dalla celebre teoria. Il risultato, pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics, si deve ai ricercatori coordinati da Stefan Gillessen, dell'Istituto tedesco Max Planck per la fisica extraterrestre (Mpe).

La dimostrazione è stata possibile grazie a circa 30 anni di osservazioni condotte per la maggior parte del tempo con il Very Large Telescope (Vlt) dell'Osservatorio Europeo Meridionale (Eso) in Cile.

La relatività generale di Einstein prevede che l'orbita di un oggetto che ruota attorno a un altro non abbia la forma di un'ellisse, come previsto da Newton, ma che si sposti in una danza che disegna una coccarda nello spazio. "Questo effetto, visto per la prima volta nell'orbita di Mercurio attorno al Sole è stata la prima prova a favore della teoria della relatività generale", ha osservato il direttore dell'istituto Reinhard Genzel. "Cento anni più tardi - ha aggiunto - lo abbiamo rilevato nel movimento di una stella in orbita attorno alla sorgente radio Sagittarius A* al centro della Via Lattea".
Questo effetto non era mai stato misurato in precedenza per una stella attorno a un buco nero supermassivo. Per Genzel, è "una svolta che rafforza l'evidenza che Sagittarius A* sia un buco nero dalla massa pari a 4 milioni di volte la massa del Sole".

Distante dal Sole 26.000 anni luce dal Sole, il buco nero e l'ammasso di stelle che lo circonda sono un laboratorio unico per testare la fisica in un regime di gravità estremo. Una di queste stelle, S2, orbita intorno al buco nero raggiungendo la minima distanza di circa 20 miliardi di chilometri (120 volte la distanza tra Sole e Terra), rendendola una delle stelle più vicine mai trovate in orbita intorno al mostruoso oggetto. "Dopo aver seguito la stella nella sua orbita per oltre due decenni e mezzo - ha detto Gillessen - le misure rilevano l'effetto previsto da Einstein".

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