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L’asteroide blu che rischia di autodistruggersi

Ruota su stesso in tre ore e mezza

L’asteroide blu, Gault, ripreso dal telescopio spaziale Hubble con le sue due sottilissime code. (fonte: NASA, ESA, K. Meech e J. Kleyna, University of Hawaii; O. Hainaut, ESO)

Redazione Ansa

Ruota così velocemente da perdere pezzi fino a rischiare l’autodistruzione. È un piccolo asteroide di circa 5 chilometri di diametro con una curiosa colorazione blu. Si chiama 6478 Gault e a scoprirne le caratteristiche sono stati due ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) di Bologna, Albino Carbognani e Alberto Buzzoni, chelo hanno descritto sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

“Il blu è dovuto a una variazione di colore nel corso della rotazione”, ha spiegato Buzzoni. “Un fenomeno che si osserva molto raramente negli asteroidi”, aggiunge. L’asteroide blu, che si trova al momento a circa 282 milioni di chilometri dalla Terra, è stato studiato con gli osservatori di Saint Barthelemy, in Valle d’Aosta, e di Loiano (Bologna). Gli autori dello studio hanno scoperto che, rispetto a quanto ipotizzato in passato, l’asteroide sta rallentando. Le nuove misure indicano che Gault compie una piroetta all’incirca ogni 3 ore e mezza, e non ogni 2 ore come ipotizzato finora.

"La stima precedente - spiega Carbognani - viene da osservazioni recenti, del 2019, ottenute durante una fase di attività cometaria dell’asteroide, quando l’oggetto era racchiuso in un bozzolo di polvere in fase di dispersione nello spazio".

Il telescopio spaziale Hubble lo ha ritratto in passato con due sottili code, di 800 mila e 200 mila chilometri. Per Buzzoni, “le ultime osservazioni sono state, invece, condotte in un momento di quiete dell’asteroide, in cui la luce proveniva dalla sua superficie, senza essere oscurata dal bozzolo di polvere”, permettendo di ottenere misure più precise.

Anche a una velocità di rotazione più ridotta, comunque, chiarisce Buzzoni, “Gault rimane un corpo celeste molto peculiare. Se camminassimo sulla sua superficie - conclude - dovremmo fare molta attenzione. Basterebbe, infatti, un po’ di rincorsa per spiccare il volo e perdersi nello spazio”.

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