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Mistero sull'intelligenza artificiale che simula l'universo

E' veloce e precisa, ma neppure i suoi ideatori sanno come fa

La Nebulosa Anima fotografata dal telescopio Wise della Nasa (fonte: NASA/JPL-Caltech/UCLA)

Redazione Ansa

L'intelligenza artificiale veste i panni del demiurgo e sfugge al controllo dell'uomo: utilizzata per la prima volta per generare complesse simulazioni 3D dell'universo, ha prodotto dei risultati così precisi e in un tempo così rapido che neppure i suoi stessi ideatori sanno spiegare come sia stato possibile. Un vero e proprio mistero, che è descritto sulla rivista dell'Accademia americana delle scienze (Pnas) da un gruppo internazionale di astrofisici coordinato dal Flatiron Institute della fondazione Simons.

Le simulazioni al computer sono ormai diventate una componente essenziale dell'astrofisica: permettono infatti di capire come potrebbe evolvere l'universo in diversi scenari, ad esempio se ci fossero variazioni dell'energia oscura che ne determina l'espansione. Per realizzare questi studi bisogna far correre migliaia di simulazioni che solitamente richiedono tempo per il calcolo, anche centinaia di ore nel caso delle simulazioni più complesse. Ridurre i tempi è possibile, ma spesso accade a discapito dell'accuratezza dei risultati.

Tutto sembra invece funzionare a meraviglia grazie all'intelligenza artificiale, come quella usata nel progetto Deep Density Displacement Model (D3M). "Possiamo far correre le simulazioni in pochi millisecondi, mentre le altre simulazioni più rapide oggi disponibili impiegano un paio di minuti", spiega la co-autrice dello studio, Shirley Ho. "E non finisce qui: otteniamo risultati che sono anche molto più accurati".

A lasciare davvero a bocca aperta i ricercatori, però, è stato un altro fatto: D3M è in grado di simulare accuratamente l'universo modificando certi parametri (come per esempio la quantità di materia oscura) anche se il modello non è mai stato addestrato con dati dove quei parametri vengono variati. "E' come addestrare un software per il riconoscimento usando foto di cani e gatti per poi scoprire che è in grado di riconoscere anche gli elefanti", spiega Ho. "Nessuno sa come ci riesca e questo è il grande mistero che va risolto".

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