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Mezzo secolo fa l'Italia lanciava il San Marco 2

Primo satellite a partire dalla base italiana di Malindi

Rappresentazione artistica del satellite San Marco 2 (fonte: NASA - Goddard Library)

Redazione Ansa

Il 26 aprile 1967 partiva il satellite italiano San Marco 2, il primo lanciato dalla base di Malindi in Kenya. Il suo precedessore, il San Marco 1, era stato infatti lanciato il 15 dicembre 1964 dalla base statunitense di Wallops Island, in Virginia. Il San Marco B, al quale oggi lo spazio dedica il convegno organizzato dall'università Sapienza di Roma, è stato il primo successo firmato interamente da ricercatori italiani.

Quello del San Marco 2 è stato il secondo lancio nato dalla collaborazione scientifica fra Italia e Stati Uniti, avviata nel 1962. Come il primo, anch questo era un satellite scientifico, dedicato allo studio della densità atmosferica e degli elettroni presenti in quota. Il suo lancio, con un razzo Scout, ha fatto storia perchè è avvenuto su un poligono tutto italiano: la piattaforma San Marco, al largo delle coste del Kenya.

Quello del San Marco 2 è stato il primo dei 27 lanci avvenuti dalla piattaforma, oggi dedicata al padre del programma spaziale italiano, Luigi Broglio. Cominciava una tradizione che avrebbe portato l'Italia all'avanguardia nelle missioni scientifiche spaziali, con la partecipazione a programmi come Hipparcos, BeppoSAX, Tethered, la missione che nel 1992 porto' in orbita il primo astronauta italiano, Franco Malerba, e Cassini.

"Se oggi possiamo parlare di spazio italiano è grazie a pionieri come Luigi Broglio e dalle lungimiranti scelte politiche fatte nei decenni", ha detto il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Roberto Battiston. "Oggi abbiamo altri pionieri - ha aggiunto - pochi giorni fa Avio è stata quotata in borsa, la prima azienda di lanciatori al mondo a quotarsi, e le navette cargo Cygnus, prodotte da Thales Alenia Space a Torino".

Il convegno è stato un momento di riflessione sul passato e il futuro della spazio italiano a cui hanno partecipato rappresentati istituzionali e del mondo dell'industria.
"Siamo in una fase fondamentale della cosiddetta space economy, quella in cui dobbiamo superare i puri sviluppi tecnologici per arrivare allo sviluppo di servizi per i cittadini e la società", ha spiegato Luigi Pasquali, direttore settore spazio Leonardo e amministratore delegato Telespazio.
"Per l'Italia - ha aggiunto - che può vantarsi di essere uno dei pochissimi paesi al mondo ad essere in possesso dell'intera filiera spaziale, si aprono grandi prospettive".
"La nostra sfida - ha detto Giulio Ranzo, amministratore delegato di Avio - è traghettare il nostro settore verso l'economia moderna, rendere lo spazio sempre più accessibile, con costi competitivi e con tecnologie affidabili".

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