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A un anno dal lancio, ExoMars si prepara al 'surf' marziano

Il 15 marzo al via le operazioni di frenata, con i pannelli solari

Redazione Ansa

A un anno esatto dal lancio la sonda di ExoMars si prepara a 'surfare' nell'atmosfera marziana usando i pannelli solari per rallentare la sua velocità e inserirsi nell'orbita finale, a 400 chilometri di altezza. La sonda Trace Gas Orbiter (Tgo) inizia così una nuova fase di studio di Marte preparandosi all'arrivo di ExoMars2020 che porterà un rover provvisto di una trivella per cercare tracce di vita nel sottosuolo.

Lanciata il 14 marzo 2016, grazie alla collaborazione tra Agenzia Spaziale Europea (Esa) e russa Roscosmos, la missione ExoMars2016 compie un anno. Nella sua prima fase si componeva di due moduli, il lander Schiaparelli che è andato distrutto durante la discesa sulla superficie marziana, e la sonda Tgo che si trova in orbita attorno al pianeta rosso dal 19 ottobre 2016 per analizzare le caratteristiche dell'atmosfera marziana e guidare la discesa del rover di ExoMars 2020.



Da allora la sonda Tgo ha percorso orbite molto ellittiche, in un'altalena che ha periodicamente avvicinato e allontanato la sonda alla superficie, ma da il 15 marzo è previsto l'avvio delle operazioni per 'arrotondarne' la traiettoria. Usando come delle grandi vele i pannelli solari realizzati in Italia da Leonardo, la sonda sfrutterà la forza frenante dell’atmosfera marziana per raggiungere la sua orbita finale a circa 400 chilometri dalla superficie marziana. Un 'trucco' che ha permesso di evitare di caricare a bordo il propellente necessario a modificare la traiettoria.

Una volta raggiunta l'orbita giusta, Tgo continuerà a studiare il pianeta e sarà anche pronta a guidare l'arrivo della seconda fase della missione ExoMars, in partenza nel 2020, e che vede anche in questo caso un fondamentale contributo italiano, con l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e l'industria, in particolare con Thales Alenia Space (Thales-Leonardo) e Leonardo, che ha anche realizzato il trapano destinato a perforare il suolo marziano fino alla profondità di due metri in cerca di tracce di vita.

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