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Tempeste di polvere su Marte, con sorpresa

Le immagini dalla sonda Mro, hanno coperto un’area più vasta degli Usa

Redazione Ansa

Le immagini di due violente tempeste di polvere su Marte, che rapidamente hanno coperto un'area più vasta degli Stati Uniti, sono state riprese dalla sonda Mro (Mars Reconnaissance Orbiter) della Nasa. Le tempeste si sono formate una dopo l'altra nell'area pianeggiante Acidalia planitia, nell'emisfero settentrionale del pianeta rosso, per poi soffiare verso Sud, dove hanno preso forza e si sono 'gonfiate'. Le immagini sono state catturate nel periodo compreso tra il 18 febbraio e il 6 marzo 2017 dalla fotocamera Marci (Mars Color Imager) e hanno permesso di ottenere una mappa delle due tempeste.

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Il punto in cui si sono sviluppate e il percorso fatto da Nord a Sud, dove ora è estate, è molto comune. ''E' invece insolito vedere una seconda tempesta formarsi subito dopo la prima'', ha detto l'esperto di meteo marziano Bruce Cantor, della società californiana Malin Space Science Systems, che ha costruito e gestisce lo strumento Marci. ''Abbiamo sonde che da circa 20 anni osservano il clima di Marte - ha aggiunto - e abbiamo costruito modelli per prevedere il meteo del pianeta rosso, ma proprio quando pensiamo di cominciare a conoscerlo ecco che arriva una sorpresa''.

Riuscire a prevedere le tempeste di polvere è importante per riuscire a proteggere il rover Opportunity della Nasa sulla superficie marziana. La polvere infatti è una minaccia per i pannelli solari dei veicoli perché fa arrivare meno luce del sole, rischiando di lasciare i rover senza energia. Ad esempio, nel 2007 durante una gigantesca tempesta che si è sviluppata su tutto il pianeta, Opportunity e il suo compagno Spirit, da tempo a riposo, sono stati messi in una modalità di risparmio energetico per più di una settimana e la comunicazione ridotta al minimo. Anche nel 2008 il preavviso di una tempesta nell'area esplorata dal rover Spirit ha permesso di inviare un comando di emergenza al veicolo per risparmiare energia. Il più recente dei rover americani, Curiosity, ha un generatore nucleare per produrre energia invece dei pannelli solari, proprio per evitare i problemi legati alle tempeste di polvere.

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