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Nuovi satelliti europei per il meteo, cresce l'impegno dell'Italia

Col potenziamento delle attività al Centro spaziale del Lario

I nuovi satelliti Meteosat di terza generazione 'parlano' italiano (fonte: ESA /P. Carril)

Redazione Ansa

Cresce l'impegno dell'industria spaziale italiana nell'ambito del programma europeo Meteosat per l'osservazione della Terra e lo studio dei cambiamenti climatici: il Centro spaziale del Lario di Telespazio (Leonardo-Thales) si prepara infatti a gestire i dati e a controllare l'operatività in orbita dei nuovi satelliti Meteosat di terza generazione, che saranno prodotti da Thales Alenia Space e porteranno a bordo un 'cacciatore' di fulmini (il primo capace di monitorare tutto il mondo in tempo reale) prodotto dal gruppo Leonardo. Lo spiega Luigi Pasquali, amministratore delegato di Telespazio e direttore del settore Spazio di Leonardo, a margine della celebrazione dei 40 anni di attività del Centro a Gera Lario (Como).

Polo tecnologico d'eccellenza per le telecomunicazioni satellitari, il 'teleporto' lombardo punta dunque ad ampliare i suoi orizzonti dedicandosi anche all'osservazione della Terra, attività che Telespazio aveva finora condotto presso i centri spaziali del Fucino e di Matera. L'allargamento al Centro del Lario ''è stata una scelta strategica'', afferma Pasquali. ''Questo piccolo gioiello, che le Alpi schermano dalla radiofrequenza e dai disturbi elettromagnetici, si trova in una posizione ottimale per la gestione dei satelliti, data la sua 'visibilità' di tutta l'orbita geostazionaria sovrastante''.

L'attività con Meteosat ''è iniziata due anni fa: oggi lavoriamo con i Meteosat di seconda generazione - ricorda Pasquali - ma ci stiamo attrezzando per quelli di terza generazione'', che dovrebbero essere lanciati nel 2020. ''Al momento ci occupiamo della raccolta e della rielaborazione dei dati, ma progressivamente acquisiremo anche il ruolo della gestione in orbita di alcune funzionalità dei satelliti. Con la terza generazione che andrà in orbita per complementare e poi rimpiazzare le attività della seconda generazione, il nostro ruolo tecnico-operativo manterrà le stesse caratteristiche, ma si aprirà ad un numero maggiore di satelliti e ad una maggiore complessità della loro costellazione''.

 

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