Al momento è un 'cratere' largo centinaia di metri nel mezzo della foresta tropicale ma si trasformerà in pochi anni nella nuova porta di accesso per lo spazio europeo: è la rampa di lancio di Ariane 6, uno dei nuovi lanciatori dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) che farà il suo debutto nel 2020 e che nascerà in 'simbiosi' con la versione potenziata di Vega.
“I lavori procedono da più di un anno – ha spiegato Frederic Munoz, dell'agenzia spaziale francese Cnes – e si concluderanno a fine 2018. Abbiamo praticamente completato tutta la fase di scavo del 'bacino' dove si scaricheranno i gas espulsi dai motori al momento del lancio”. Ariane 6 è ancora in fase di sviluppo ma sono parallelamente iniziati i lavori per creare le strutture dove dovrà essere realizzato e lanciato. Per produrre gli Ariane 6 sarà necessaria una complessa catena di montaggio. Ariane 6 sarà caratterizzato infatti da un razzo centrale a propulsione liquida e da booster laterali a propulsione liquida, costituti dai motori P120 realizzati dall'italiana Avio. Le componenti del razzo centrale saranno 'montate' orizzontalmente e una volta completato il corpo centrale verrà ogni volta trasferito e sollevato in posizione verticale direttamente sulla rampa di lancio. Solo a quel punto verranno integrati i due o quattro (in funzione della quantità di carico) booster laterali.
Una delle chiavi di successo del nuovo lanciatore saranno proprio i booster costituiti dagli stessi motori P120 che alimenteranno Vega C, la versione potenziata del più piccolo e innovativo dei razzi europei. “Usando questi 'blocchi comuni' - ha spiegato Sergio Scippa, direttore dell'unità Business di Avio – puntiamo all'abbattimento dei costi, rispetto a Ariane 5, di circa la metà”. Dai primi test operativi ai motori P120 in programma nelle prossime settimane “potremo avere conferma delle reali prestazioni dei motori. Sarà un passaggio importante – ha aggiunto Scippa – verso il primo lancio di qualifica di Vega C previsto a metà 2019 e di Ariane 6 nel 2020”.
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