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Astronomo. ora urgente cercare altri sosia della Terra

Il sistema Trappist-1 potrà insegnare molte cose

Rappresentazione artistica del sistema planetario Trappist-1 (fonte: ESO/N. Bartmann/spaceengine.org)

Redazione Ansa

Dopo questa scoperta straordinaria è urgente moltiplicare gli sforzi per saperne di più sui sette pianeti che ruotano intorno alla stella Trappist-1 e sugli altri pianeti simili alla Terra che ruotano intorno a stelle simili al Sole. L'esortazione arriva dall'astronomo Alessandro Sozzetti, dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

"E' urgente moltiplicare gli sforzi per la scoperta e caratterizzazione delle proprietà fisiche e delle atmosfere di veri gemelli della nostra Terra, cioè pianeti di tipo terrestre nella regione di abitabilità di stelle più simili al nostro Sole", ha rilevato. Il sistema planetario di Trappist-1 è "straordinario sotto diversi aspetti", ha aggiunto. Innanzitutto "è il primo sistema contenente pianeti di tipo terrestre nella fascia di abitabilità", ossia alla distanze dalla stella entro la quale un pianeta roccioso con un'atmosfera può avere acqua liquida in superficie, e "per i quali sia stato possibile determinare sia pur in modo preliminare la loro densità e quindi la composizione interna, scoprendo che sono probabilmente rocciosi come la nostra Terra". In secondo luogo, "tre dei sette pianeti del sistema sono soggetti a livelli di irraggiamento da parte della stella centrale simili a quelli che Venere, la Terra e Marte ricevono dal nostro Sole".

Se tutti e tre avessero un'atmosfera di tipo terrestre, ha osservato Sozzetti, potrebbero avere oceani sulla superficie. Inoltre, la bassissima luminosità e le dimensioni paragonabili al nostro Giove della stella Trappist-1 "rendono gli eventi di transito dei pianeti in fascia abitabile frequenti e facili da rivelare, aprendo la possibilità della caratterizzazione dettagliata delle loro proprietà atmosferiche". Sarà possibile farlo con il telescopio spaziale Hubble o, in futuro, con il telescopio spaziale James Webb.

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