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Una banca dati degli asteroidi per evitare 'sorprese'

Grande attesa per il telescopio europeo Fly-Eye

Dall'Europa agli Stati Uniti, si lavora per conoscere meglio gli asteroidi vicini alla Terra (fonte: Pixabay)

Redazione Ansa

Una banca dati sugli asteroidi che, forte dei dati raccolti sui passaggi ravvicinati avvenuti nel passato, permetta di studiare il comportamento dei tantissimi piccoli corpi celesti che vagano intorno alla Terra, i cosiddetti Neo (Near Earth Object). E'questo il progetto al quale si sta lavorando in Europa, grazie all'Agenzia Spaziale Europea (Esa), sia con il Centro di coordinamento sui Neo che si trova in Italia, presso l'Esrin, sia con il progetto del telescopio Fly-Eye, progettato da centri di ricerca e industrie italiane e promosso dall'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), attualmente all'esame dell'Esa.

Dati del passato per prepaprarsi al futuro
"Per studiare il comportamento degli asteroidi più si hanno osservazioni distribuite nel tempo, meglio è", ha detto Ettore Perozzi, responsabile delle operazioni presso il Centro coordinamento sui Neo dell'Esa. "Le ricerche di archivio basate sulle osservazioni fatte finora si stanno rivelando molto importanti - ha aggiunto - e la logica è quella di studiare le informazioni del passato per riuscire a prevedere il comportamento degli asteroidi noti".

Il progetto del telescopio Fly-Eye
Si lavora, percio', per creare archivi sempre piu' ricchi di informazioni e nuovi dati preziosi potrebbe fornirli il telescopio Fly-Eye. Il progetto e' attualmente all'esame dell'Esa nell'ambito del programma Space Situational Awarness (Ssa), dedicato alla sorveglianza degli asteroidi vicini alla Terra. E' un telescopio particolarmente indicato per trovare oggetti che si muovono e in grado di accumulare dati in modo efficiente, con un software che li analizza.

La missione Osiris-Rex
Nel frattempo altri occhi sono puntati sugli asteroidi anche dallo spazio, come quelli della missione Osiris-Rex della Nasa, lanciata nel 2016 e il cui obiettivo e' raggiungere l'asteroide Bennu intorno al 2019, orbitare intorno a esso per sei mesi, prelevarne un frammento e portarlo a Terra nel 2023.

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