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Troppo tempo nello spazio non fa bene alla vista

Problemi per gli astronauti impegnati in lunghe missioni

Problemi alla vista degli astronauti impegnati nelle missioni di lunga durata (fonte:NASA, edited by Hive001)

Redazione Ansa

 Problemi alla vista per gli astronauti impegnati nelle missioni di lunga durata. Sono provocati dai cambiamenti nel volume del fluido cerebrospinale, che protegge cervello e midollo spinale. Lo indica la ricerca coordinata da Noam Alperin, dell'università di Miami, e presentata al convegno della Società di Radiologia del Nord America (Rsna).

Identificare l'origine dei disturbi alla vista degli astronauti impegnati nelle lunghe missioni è cruciale per prevenire questi problemi e anche per programmare lunghi viaggi come quello per Marte. Negli ultimi 10 anni, due terzi degli astronauti che hanno partecipato a missioni di lunga durata sulla Stazione Spaziale ha riferito di avere problemi alla vista.

Finora si pensava che il problema fosse dovuto agli effetti della microgravità che tendono a far spostare i liquidi nella parte superiore del corpo. Ma i ricercatori hanno deciso di indagare meglio e hanno voluto analizzare in particolare gli effetti della microgravità sul liquido cerebrospinale che protegge cervello e midollo spinale da eventuali traumi. Questo liquido, per esempio, serve ad attutire i cambiamenti di pressione che avvengono quando si passa da una posizione seduta a una in piedi. ''Sulla Terra il sistema attutisce queste variazioni, ma nello spazio va in confusione per la mancanza di variazioni di pressione collegate alle postura'', ha detto Alperin.

Per verificare se ci fossero collegamenti tra il liquido cerebrospinale e i problemi alla vista, i ricercatori hanno esaminato i risultati della risonanza magnetica al cervello di sette astronauti, che hanno partecipato a missioni di lunga durata, fatta prima e poco dopo il volo spaziale. Le immagini sono state confrontate con i risultati della risonanza magnetica fatta a nove astronauti che avevano partecipato a brevi missioni. Si è visto che nei primi si era verificato un aumento del volume del fluido cerebrospinale, soprattutto intorno al nervo ottico e nella cavità cranica che ospita il cervello. Di conseguenza questi cambiamenti hanno appiattito la parte posteriore dell'occhio e infiammato il nervo ottico causando problemi alla vista.

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