Rubriche

Aspen, Sos per la ricerca di base, sempre più povera

Petroni, più soldi e nuove regole per garantire l'innovazione

Finanziare la ricerca di base è cruciale per garantire l'innovazione (fonte: PublicDomainPictures)

Redazione Ansa

Sos per la ricerca di base: in Italia come in molti altri Paes, e' sempre piu' povera, con conseguenze che finiscono per indebolire la capacita' di generare innovazione. A mettere in guardia sui rischi legati ai finanziamenti sempre piu' scarsi per la ricerca fondamentale e' il rapporto dell'Istituto Aspen "A favore della ricerca pura", che analizza la situazione in questo campo nei 14 Paesi nei quali l'Istituto e' presente, compresa l'Italia.

"Negli ultimi decenni la spesa in ricerca e sviluppo e' stabile o in leggero aumento, ma si sta spostando sempre piu' verso la ricerca applicata", dice all'ANSA Angelo Maria Petroni, segretario generale di Aspen Institute Italia. Se in Italia il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha assegnato alla ricerca 19.2 miliardi in cinque anni, "e' stata fatta una scelta che destina il 77% delle risorse alle imprese e il 23% alla ricerca pubblica e di quest'ultima la ricerca fondamentale e' solo una parte", rileva Petroni. "Ovunque la ricerca pura resta una Cenerentola, nel mondo occidentale c'e' una scarsissima sensibilita' per questo tema ed e' preoccupante". Se la ricerca applicata permette di ottenere tecnologie sempre piu' perfezionate, solo quella di base permette di ottenere nuovi prodotti, osserva ancora Petroni. Inoltre "la ricerca di base e' anche una premessa per favorire la collaborazione fra i popoli", con uno scambio di conoscenze non ostacolato da informazioni sensibili e brevetti.

La scommessa, allora, e' riuscire a diffondere nei cittadini la consapevolezza di quanto per un Paese sia importante finanziare la ricerca di base, proprio come era accaduto negli Stati Uniti alla fine degli anni Cinquanta, dopo il lancio del primo satellite artificiale da parte dell'Urss. Le conseguenze di quella campagna di informazione sono vive ancora oggi, osserva Petroni, considerando che l'81% dei cittadini americani sono fortemente a favore della ricerca di base, che di conseguenza viene finanziata dal governo.

Il Rapporto appena pubblicato e' percio' "il primo passo di un programma che durera' anni" e il cui obiettivo e' portare i finanziamenti italiani per la ricerca pubblica al livello di quelli di Francia, Germania e Gran Bretagna. Sara' anche necessario stabilizzare gli investimenti del Pnrr, prosegue Petroni.

"Oggi in Italia ci sono pochi ricercatori e pochi soldi per la ricerca, mentre i nostri ricercatori sono straordinari e fra i piu' produttivi del mondo: non abbiamo un problema di qualita' della ricerca, ma di massa critica", ha detto ancora il segretario generale di Aspen Institute Italia. Dalla privacy al precariato, "servono anche nuove regole - ha concluso - per non penalizzare la ricerca di base".

Leggi l'articolo completo su ANSA.it