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Nuove regole Ue per aiuti di Stato a imprese che fanno ricerca

Vestager, più facile sostenere innovazione anche nelle Pmi

Nuove regole Ue per aiuti di Stato a imprese che fanno ricerca (fonte: Wylie)

Redazione Ansa

Al via le nuove regole europee per gli aiuti di Stato alle imprese che fanno ricerca e innovazione e che promettono di avere un impatto significativo soprattutto sulle Piccole e medie imprese (Pmi). E’ infatti entrata in vigore la comunicazione della Commissione Europea che chiarisce i criteri con i quali gli Stati membri possono concedere gli aiuti in questo ambito. Il nuovo quadro di riferimento arriva in seguito alla valutazione delle norme varate nel 2019, seguita dalla consultazione delle parti interessate.

Vengono innanzitutto aggiornate le definizioni delle attività di ricerca e innovazione, viene abilitato il sostegno pubblico per le infrastrutture di prova e sperimentazione e semplificate alcune regole. Per la vicepresidente della Commissione Europea, Margrethe Vestager, le nuove regole renderanno “più facile per gli Stati membri sostenere la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione, anche da parte delle piccole e medie imprese”. Per Vestager “le modifiche mirate introdotte alle nostre regole sosterranno le transizioni verde e digitale dell'Europa, facilitando gli investimenti pubblico-privato nell'innovazione e nella ricerca rivoluzionarie, nonché nelle infrastrutture di test e sperimentazione”. Un altro vantaggio del nuovo quadro di regole, ha detto ancora, è la capacità di garantire "nel contempo che le possibili distorsioni della concorrenza sono ridotte al minimo".

Positivi i commenti dall’Italia: “è un’ottima occasione di chiarimento per le imprese ad alto contenuto tecnologico e scientifico, con particolare riferimento alle Pmi”, ha osservato la presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Maria Chiara Carrozza. Grazie alle nuove regole, ha aggiunto, le Pmi “avranno più opportunità di lavorare trasparentemente con fondi comunitari su temi di ricerca e sviluppo”. Inoltre “si definisce meglio il perimetro degli aiuti di Stato. L’innovazione – ha rilevato Carrozza - nasce anche dalla collaborazione pubblico privata”.

Anche per Maria Pia Abbracchio, presidente del Gruppo 2003, "le nuove misure europee sono sicuramente positive per la ricerca e l'innovazione in Italia, la cui struttura economica poggia essenzialmente sulle piccole medie imprese che tradizionalmente hanno difficoltà a investire in ricerca. Il secondo effetto positivo sta nel facilitare l'accesso a fondi pubblici per sostenere l'attività di ricerca e sviluppo di frontiera nelle transizioni digitale ed ecologica. Difficilmente infatti tali imprese possono impiegare capitali propri in settori ad alto rischio di insuccesso. E' molto positivo, soprattutto in questo momento, che l'Europa vari misure che consolidano un sistema europeo della ricerca pubblica e priovata". 

Secondo le nuove regole, gli aiuti sono applicabili alle tecnologie digitali e alle attività legate alla digitalizzazione, come le ricerche basate sui supercomputer, tecnologie quantistiche e le blockchain, l’intelligenza artificiale e la sicurezza, Big Data e cloud. Nei programmi della Commissione Europea, il sostegno pubblico per infrastrutture per test e sperimentazioni potrà favorire lo sviluppo e l'eventuale diffusione di tecnologie all'avanguardia, in particolare da parte delle Pmi, facilitando le attività di ricerca, sviluppo e innovazione che, a causa di fallimenti del mercato non si verificherebbero in assenza di sostegno pubblico, e facilitando anche la transizione verde e digitale.

 

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