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Parisi, la politica non ascolta la scienza sulle priorità

Il problema si somma al 'drammatico sottofinanziamento' del settore

Il Nobel Giorgio Parisi

Redazione Ansa

La classe politica italiana "non ascolta la scienza nel decidere quali siano le priorità di ricerca e dunque i progetti da finanziare, questo è un problema gravissimo che si aggiunge al drammatico sottofinanziamento dedicato al settore". E' la denuncia di Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica 2021 e vicepresidente dell'Accademia dei Lincei.

Fondatore della campagna "Salviamo la ricerca", Parisi è intervenuto in videocollegamento al Simposio per il cento anni dell'Unione Internazionale di Fisica Pura e Applicata (Iupap) a Trieste, partecipando a un panel sulla capacità della scienza di informare, con science advisor governativi di Australia, Tunisia e Stati Uniti.

"Nel 1996, il ministro dell'Università e della ricerca Luigi Berlinguer aveva intuito l'importanza strategica di avere una commissione di scienziati che giudicasse la qualità della ricerca e stabilisse a quali progetti attribuire i fondi. Così - ha proseguito Parisi - ha creato una piccola commissione di sette esperti, di cui facevo parte. Purtroppo il successivo governo ha snaturato la funzione di questo organo, trasformandolo in un ente che si incontrava solo una o due volte l'anno. Al momento praticamente non esiste più".

La conseguenza che ne scaturisce è "una scarsa capacità di intercettare finanziamenti europei per i progetti di ricerca, sebbene gli scienziati italiani, in proporzione al Pil e alla popolazione, ottengano una percentuale molto elevata dei fondi di ricerca rispetto a quella che arriva a colleghi europei di altre nazionalità. Oltre la metà di questi grant però - ha concluso - va a italiani che lavorano all'estero".

La science advisory, cioè la consulenza che il mondo della scienza può fornire alla politica (e non solo), in Italia non funziona, ha rilevato Parisi.

"Il ruolo dell'Accademia dei Lincei è fornire a Governo e Parlamento report che possano informare l'azione legislativa. Storicamente, però, il nostro aiuto è stato chiesto pochissime volte. Noi produciamo lo stesso tutta una serie di report redatti da panel dedicati, li mandiamo al Governo e al Parlamento, ma la maggior parte delle volte - ha rilevato - non producono alcun risultato".

Parisi, che è stato presidente dell'Accademia dal 2018 al 2021, ha aggiunto che "sono pochissimi gli scienziati indipendenti che vengono ascoltati dal Parlamento. Se i parlamentari portano uno studioso in quella sede, è spesso per sostenere una tesi di loro interesse. Deputati e senatori non si rivolgono all'Accademia dei Lincei per pareri scientifici e dunque - ha concluso -i pochi scienziati indipendenti che arrivano a parlare con i legislatori vanno là a titolo personale".

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