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Nobel Parisi,1,1 miliardi per la ricerca

Servono finanziamenti, coordinamento e revisione

Il Nobel per la Fisica Giorgio Parisi

Redazione Ansa

Sarebbero necessari più finanziamenti per la ricerca, almeno 1,1 miliardi, e poi nuove regole per il coordinamento e la rendicontazione: sono questi, per il Nobel Giorgio Parisi, i tre passi fondamentali per risollevare la ricerca in Italia.

"La prima cosa fondamentale per la ricerca è avere un aumento ragionevole dei finanziamenti: dopo 13 anni di vacche magre ora stiamo cominciando a migliorare", ha detto Parisi all'ANSA riferendosi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). All'indomani dell'assegnazione del Nobel per la Fisica, tra brindisi, festeggiamenti e intervista, oggi Parisi è "un po' affaticato", ma comunque al lavoro all'Accademia dei Lincei, della quale è il vicepresidente.

I fondi sono la prima linfa della quale ha bisogno la ricerca italiana e Parisi ricorda "la promessa fatta da Draghi in Senato in risposta alla senatrice Cattaneo, relativa a un grande aumento dei fondi per la ricerca nella Finanziaria. Adesso bisogna assolutamente vedere se la cifra stanziata nella legge Finanziaria sarà consistente: spererei in un aumento da 1,1 miliardi". Secondo il Nobel questa è "una cifra che si può assorbire facilmente con i canali ordinari e senza dover introdurre regole nuove".

E' anche fondamentale una programmazione pluriennale, in modo che i finanziamenti arrivino in modo continuativo: "bisogna programmare per i prossimi anni e predisporre un piano di finanziamento per la ricerca in modo da comprendere entrambi i tipi di fondi oggi disponibili", ossia quelli non strutturali, come i Progetti di ricerca di interesse nazionale (Prin), e quelli strutturali, come il Fondo per il finanziamento degli enti di ricerca. Sarebbe necessario, secondo Parisi, "un piano quinquennale, approvato da tutti i partiti, che riguardi i fondi per la ricerca in generale e il bilancio degli enti su cinque anni, in modo che sia possibile programma re assunzioni per un periodo lungo".

Questa programmazione permetterebbe, per esempio, di "avere a disposizione una quantità di fondi costante. In caso contrario, chi ha un buon progetto non potrebbe portarlo avanti", ha osservato il Nobel. "E' il problema dell'orto: non può essere innaffiato per una settimana sì e una no, altrimenti si secca tutto",

E' poi necessaria una struttura che coordini la ricerca in Italia, considerando che oltre al ministero dell'Università e Ricerca, a gestire i progetti sono anche i ministeri di Salute, Politiche agricole, Sviluppo economico e Transizione ambientale, più le ricerche gestite a livello delle Regioni. Sarebbe necessario, per Parisi, "avere un ufficio fatto di scienziati che lavorino a tempo pieno", sul modello del Comitato di esperti per la ricerca proposto nel 1998 da Giovanni Berlinguer o della Consulta per la ricerca proposta nel 2016. Qualsiasi sia il tipo di organizzazione, per Parisi "serve un punto di coordinamento dei finanziamenti a livello nazionale, in coordinamento con il ministero per l'Università e la Ricerca". L'importante, per Parisi, "è che ci sia un coordinamento leggero, che controlli che i fondi vadano a bando e siano assegnati in modo veloce".

Un altro passo necessario per la ricerca indicato da Parisi riguarda i controlli dei rendiconti: "E' essenziale che ci sia qualcuno che guardi la rendicontazione ex post, ossia dopo che sono stati spesi i soldi per la ricerca pura e per quella applicata".

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