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Dalla Ue 500 milioni alla ricerca innovativa

Italia ottava per centri finanziati, quarta per ricercatori

Particolare del quartier generale del Consiglio Europea della Ricerca (Erc)

Redazione Ansa

Virus emergenti, chip ispirati alle reti neurali, ma anche i graffiti dell'Italia medievale, l'editing genetico per alcune malattie della pelle e l'analisi delle proteine antiche per studiare l'evoluzione umana: sono alcuni dei 209 progetti innovativi di ricerca a cui il Consiglio Europeo della Ricerca (Erc) ha deciso di assegnare i 507 milioni di euro complessivi degli Advanced Grants.
A primeggiare per numero di progetti ospitati nelle proprie università sono sempre i soliti noti, Gran Bretagna (51), Germania (40) e Francia (22). L'Italia invece è ottava per numero di progetti condotti, ma quarta per nazionalità dei ricercatori (17), dopo Germania (53), Regno Unito (32) e Francia (21).

I fondi degli Advanced Grants sono destinati ai ricercatori che sono già avanti nella carriera e che presentano progetti innovativi, dirompenti e ambiziosi. Come ha spiegato il presidente dell'Erc, Jean-Pierre Bourguignon, "grazie a quest'ultimo bando del programma Horizon 2020, più di 200 ricercatori potranno seguire il loro istinto scientifico e realizzare il loro sogno".

Serrata la competizione, visto il forte aumento delle domande, tanto che dei 2678 che hanno partecipato, solo l'8% ha visto scegliere la propria proposta. A farla da padroni sono stati i progetti scientifici di fisica e ingegneria (92), seguiti da quelli sulle scienze della vita (62) e scienze sociali (55). Dei 209 ricercatori scelti, 49 (pari al 23%) sono donne. I nuovi progetti di ricerca porteranno alla creazione di circa 1.900 posti di lavoro per post-dottorati, dottorati e altri membri dello staff. I ricercatori selezionati, di 25 nazionalità, dovranno condurre il loro progetto nelle università e centri di 14 Paesi membri dell'Unione Europea, più quelli associati, dove Regno Unito (51), Germania (40), Francia (22) e Olanda (17) ospiteranno il numero maggiore.

Per quanto riguarda l'Italia, gli 8 progetti scelti per essere sviluppati nelle università ospiti sono di scienze della vita e scienze sociali. In particolare Michele De Luca, presso l'università di Modena e Reggio Emilia, studierà l'editing genetico su alcune malattie della pelle, mentre Carlo Tedeschi, dell'Università di Chieti e Pescara, analizzerà i graffiti dell'Italia tra il 7/o e 16/o secolo, e Paola Romagnani, dell'Università di Firenze, si concentrerà sulle anomalie e differenze nei sessi nella conformazione dei reni e le malattie renali.

Riguardano invece economia e politica i due progetti che Anthony Bertelli e Alfonso Gambardella svolgeranno presso l'università Bocconi di Milano, mentre Silvia Salvatici della Statale farà uno studio di storia comparativa nell'area mediterranea. C'è anche una ricercatrice straniera che ha scelto il nostro paese per le sue ricerche: è Sule Alan, dello European University Institute di Fiesole (Firenze), docente turca di economia proveniente dall'università dell'Essex, che lavorerà ad uno studio sull'inclusione sociale e la politica economica educativa.

Tra i ricercatori italiani che operano all'estero invece c'è da segnalare il progetto di Enrico Cappellini, dell'Università di Copenaghen, che attraverso il sequenziamento delle proteine studierà l'evoluzione dei primi ominidi nel Sud dell'Africa e nel Sud-Est asiatico, e Alessandro Troisi, dell'Università di Liverpool, che studierà una teoria sui materiali bioelettronici organici.

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