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Battaglia legale negli Usa per i brevetti della Crispr

Cresce la polemica e si impennano le richieste

Battaglia legale negli Stati Uniti sui brevetti della Crispr, la tecnica che permette di riscrivere il Dna (fonte: Jennifer Doudna/UC Berkeley)

Redazione Ansa

Battaglie e polemiche negli Stati Uniti sui brevetti legati alla tecnica che riscrive il Dna con un taglia-incolla e che puo' essere usata per mettere a punto cure, per studiare malattie, o per creare piante modificate geneticamente. Tutto e' nato dalla decisione dell'ufficio brevetti degli Stati Uniti a favore del Broad Institute, l'istituto di ricerca di Massachusetts Institute of Technology (Mit) e Harvard, dopo che nel 2016 fa l'universita' della California a Berkeley aveva richiesto la procedura per stabilire quale dei due centri dovesse avere il controllo della proprieta' intellettuale della tecnica.

I ricercatori dell'università di Berkeley hanno messo a punto e brevettato la Crispr nel 2012, mentre il Broad Institute ha brevettato l'uso della tecnica per modificare il Dna nelle cellule umane, aprendo la porta al suo utilizzo in medicina. L'Ufficio brevetti ha stabilito che non c'e' interferenza perche' i due brevetti sono diversi. Secondo la rivista Science e' solo l'inizio di una battaglia legale perche' la decisione ora puo' essere impugnata dall'universita' della California a Berkeley, che puo' fare richiesta di appello.

Mentre divampa la polemica, molte altre domande di brevetto sono state depositate da societa' e ricercatori. Inoltre ciascuno dei principali titolari dei brevetti ha dato vita ad aziende a cui ha concesso in licenza la tecnologia. Questa situazione, secondo due esperti di proprieta' intellettuale, Jorge Contreras, dell'universita' dello Utah, e Jacob Sherkow della New York Law School, potrebbe portare a un collo di bottiglia perche' potrebbe impedire alle imprese senza licenza, ma con l'esperienza e mezzi per sviluppare terapie basate sulla Crispr, di ottenere le licenze necessarie per usare la tecnica. Di conseguenza, scrivono su Science, ''bisognerebbe addirittura modificare le licenze attuali, per garantire un maggiore accesso a questa tecnologia''.

Per il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell'universita' di Roma Tor Vergata, la tecnica ''rappresenta la ricerca di punta della biologia e puo' rivoluzionare molti campi, dalla medicina, all'agricoltura'': per questo ''bisognerebbe dare la possibilita' di depositare brevetti anche a chi non ha inventato la tecnica ma la estende o la utilizza per altre applicazioni, purche' il metodo sia originale e innovativo''.

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