RAGAZZI

Un futuro di uomini maggiormente dotati

Di Marianna Luongo, 18 anni, Pisa

Neuroni di un soggetto colpito da Corea di Huntington (fonte: Dr. Steven Finkbeiner, Gladstone Institute, Taube-Koret Center and the University of California San Francisco)

Redazione Ansa

La malattia come processo di miglioramento umano?
Sulla domanda si interroga anche Elena Cattaneo dell'Università di Milano, nell'ambito del congresso della federazione italiana 'Scienze della vita'.
I sistemi neurali nel corso di milioni di anni sono diventati sempre più complessi e questo è stato causato dall’accumularsi di tante piccole mutazioni genetiche tra le quali l’evoluzione ha potuto scegliere quelle che avrebbero prodotto cambiamenti significativi nella vita degli organismi. Il tentativo forse di spingersi più in là? Arriveremo a considerare un malato come avamposto evolutivo?

La biologa ha evidenziato nei suoi studi sulla 'malattia della danza' una presenza sempre più elevata di ‘segmenti di lettere’,in geni, il cui numero,maggiore a 35 manifesterebbe il disturbo denominato 'Corea di Huntington'. Il gene infatti é presente in ogni cellula dell' essere umano anche se in numero diverso a seconda del soggetto. Cattaneo sostiene che i calcoli fanno presagire che nel 2050 l'incidenza dei malati raddoppierà.

La domanda sorge a questo punto immediata: essendo questo aumento frutto di un evoluzione permessa dall’ambiente che tende a meglio adattare l’organismo alla vita,potrebbe essere un tentativo dell'evoluzione di creare sistemi nervosi maggiormente complessi?
In questo caso i pazienti non sarebbero più qualificati come malati ma parte dell'evoluzione umana che si muove verso un’ elaborazione di organismo superiore e altamente sviluppato. La ricerca al momento necessita di un' indagine più approfondita sui soggetti che presentano la variazione genetica, finalizzata a capire effettivamente cosa accomuna i 'malati' in fasi precoci della vita quando ancora questa non si manifesta. Alcuni studi hanno evidenziato migliori performance a livello fisico e visivo dei soggetti malati in cui il disturbo non é ancora manifestato.

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